Imprese e internazionalizzazione: la Cina

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In Cina abitano 1.385.175.000 persone, con una densità di 143,7 abitanti per chilometro quadrato. Oltre il 90% della popolazione fa parte dell’etnia Han, il restante 10% è suddiviso in 55 gruppi etnici, tra i quali mongoli, tibetani, Zhang, manchi e miao. Ha una superficie di 9.560.900 kmq. Confina con Mongolia, Russia, Corea del Nord, Vietnam, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Rispetto all’Italia, ci sono 7 ore in più con l’ora solare, 6 con quella legale. Per due terzi il territorio è occupato da deserti e montagne, ma l’abbondanza di acqua nella zona orientale (con un sistema idrico creato da tre grandi fiumi, lo Xi Jiang, il
fiume Giallo e il fiume azzurro) permette le coltivazioni in una vastissima zona. La Cina include tantissime megalopoli, con zone urbane in continua espansione. La capitale è Pechino che ha 21.700.000 abitanti; le principali città sono Shanghai, che conta 24.152.000 abitanti, Chongqing (36.700.000), Tianjin (15.400.000) Guangzhou (14.040.000 abitanti). Le religioni principali sono la Buddista e la Taoista, ma hanno una
presenza importante anche la Cristiana e L’Islamica; molto diffuso è l’Ateismo. La moneta è lo Yuan (CNY). Il tasso di cambio annuo è 1 € = 7,7409 CNY. Nel Paese si parlano il cinese mandarino e il cantonese. La Repubblica popolare cinese è uno Stato socialista incentrato sulla supremazia del Partito comunista (CPC), la più grande organizzazione politica del mondo con oltre 85.000.000 di iscritti. L’Assemblea Nazionale Popolare detiene il potere legislativo: nomina un comitato permanente che ha il compito, a sua volta, di nominare il Presidente della Repubblica, il Primo ministro e il Governo. Lo Stato a livello amministrativo si suddivide in tre livelli: la provincia, la contea e il comune. La Repubblica amministra 23 province, 5 regioni autonome e 2 speciali.

ECONOMIA

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L’economia cinese fino a qualche anno fa era basata prevalentemente sull’agricoltura, il settore manifatturiero e quello energetico venivano dopo. Ma negli ultimi 7-8 anni la Cina è stata protagonista di un eccezionale sviluppo favorito dalle riforme portate avanti dal governo, tanto da diventare una delle principali potenze mondiali. I principali settori produttivi sono il primario, il secondario e soprattutto il terziario, che è diventato il nuovo settore trainante dell’economia cinese a scapito del settore industriale in contrazione nei settori tradizionali. Il PIL in poco tempo è cresciuto in modo esorbitante. Nel 2017 il tasso di crescita del PIL è stato del 6,9%, le previsioni per l’anno in corso sono del 6,6%. Il reddito pro capite è di € 14.200, il tasso di inflazione è dell’1,6% e quello di disoccupazione è del 3,9%. Alla formazione del PIL partecipano l’agricoltura con il 9%, l’industria con il 43 % (30% manifatturiera) e i servizi con il 48%. Le coltivazioni più diffuse in agricoltura sono il riso, il frumento, l’avena e il thè, nonché aglio, soia, pomodori, mele e fagioli, prodotti quest’ultimi destinati all’esportazione. Nell’industria i punti di forza sono rappresentati oltre che dall’industria pesante (mineraria, siderurgica, chimica di base), dal settore tessile che rappresenta uno dei pilastri dell’economia cinese, in particolare quella cotoniera. Importa merci e servizi per un valore di 1.324 mld/€ ed esporta per 1.931 mld/€, con un saldo della Bilancia commerciale di 607 mld/€.

COMMERCIO

Il commercio con l’estero è uno dei fattori determinanti dell’espansione economica della Cina. Dal 1979 lo Stato ha adottato la cosiddetta politica della porta aperta, ovvero il perseguimento di una progressiva integrazione con le economie del resto del mondo, in particolare quelle occidentali, il che ha consentito al Paese di registrare, nel corso degli ultimi anni, crescenti successi commerciali. Le notevoli risorse energetiche, il basso costo della terra e della manodopera, i livelli sempre più alti nel campo della scienza e della tecnologia hanno attirato sempre più i capitali stranieri. La Cina ha acquistato nel corso del tempo una parte rilevante del debito estero degli USA, attraverso la sottoscrizione di emissioni obbligazionari. L’apertura internazionale del paese ha favorito lo sviluppo delle banche commerciali e l’apertura di centinaia di filiali di banche estere. Le principali esportazioni sono: prodotti per le telecomunicazioni, materiali elettrici, macchinari per ufficio, abbigliamento e confezioni, calzature, giocattoli, plastica, acciaio, container, navi, aerei. Importa: macchinari elettrici, derivati del petrolio, minerali metallici e rottami, strumenti professionali, greggio, carta e cartone, aeromobili, minerali di ferro e parti di motore per veicoli, abbigliamento e prodotti agroalimentari. Il turismo è un settore in forte crescita, grazie ai grandi investimenti e al turismo d’affari: la Cina è tra i paesi più visitati nel mondo. Tra le sue attrattive storiche: la Città Proibita, la Grande Muraglia, le tombe degli imperatori Ming e i guerrieri di terracotta di Xi’an. Nel 2016 sono entrati nel Paese 59.270.000 visitatori. L’interscambio con il nostro Paese fa registrare un saldo commerciale pari 15 mld/€. La Cina importa dall’Italia : macchinari, prodotti farmaceutici ed equipaggiamento medico, elettronica e lighting; esporta macchinari, materiale elettronico, indumenti ed accessori di abbigliamento, diversi da quelli a maglia, ghisa, ferro e acciaio, giocattoli, borse.

TRASPORTI

La Cina è la nazione delle distanze infinite. La rete stradale si estende per 4.577.300 Km, di cui asfaltate 2.850.000, le autostrade contano 128.500 Km, la rete ferroviaria copre una distanza di 127.000 Km, gli oleodotti e gasdotti sono lunghi 108.700 km e, infine, le vie navigabili interne si estendono per 127.000 Km. Nel 2006 è stata inaugurata la ferrovia Qinghai-Tibet che attraversa il passo Tangula a 5.072 m (la più alta del mondo), nel 2011 è stato aperto al transito il viadotto più lungo del mondo (Daniyang-Kunshan), di 164,8 Km, che collega le due città omonime lungo la ferrovia ad alta velocità Pechino-Shanghai. Nel Paese ci sono 143 aeroporti civili: i principali sono quelli di Pechino, Shanghai, Chengdu, Xiamen, Guangzhou, Shenyang. Di notevole rilievo è anche la rete portuale, nella quale spiccano per volumi di traffico (merci e persone) i porti di Shanghai, Qinhuangdao, Dalian, Tientsin, Qingdao, Ningbo, Guangzhou, Shenzhen, Shjiu, Zhanjiang e Lianjungang. Relativamente al traffico commerciale, le aziende cinesi coinvolte dal Governo hanno deciso di investire 14 miliardi di dollari USA per implementare il progetto denominato Belt and Road Initiative che si propone di connettere la Cina al Medio Oriente, all’Europa e all’Africa attraverso un sistema di porti, autostrade e ferrovie lungo l’antica Via della seta. Alla realizzazione di questo progetto sono stati coinvolte oltre 70 nazioni e organizzazioni internazionali.

ZONE FRANCHE E PARCHI INDUSTRIALI

In Cina sono state varate diversi tipi di zone franche, con trattamento fiscale privilegiato: 6 Zone Economiche Speciali; 32 Zone di Sviluppo Economico e Tecnico; 53 Parchi di Sviluppo per Progetti ad Alto Contenuto Tecnologico; 15 Zone Franche; 23 Bonded Logistic Center nei quali viene fissata un’agevolazione tariffaria e un corposo snellimento burocratico per le merci in entrata. Le aree offrono esenzioni, riduzioni, rimborsi di imposta, agevolazioni per l’accesso alle infrastrutture, prestiti e sovvenzioni finanziarie, concessioni di diritto per l’utilizzo dei terreni, ecc. La prima zona di libero scambio è sorta a Shanghai nel 2013 (Shanghai Pilot Zone). All’interno di questo tipo di zona gli investitori potranno richiedere di
esercitare qualsiasi attività purché non siano comprese nella negative list. È permesso inoltre un libero flusso di capitali esteri e la piena convertibilità della valuta nazionale.

RESTRIZIONI

Gli investimenti esteri sono sottoposti ad una normativa speciale che ne definisce tutti gli aspetti. In questo senso il Catalogue of Industries for Guiding Foreign Investiment rappresenta uno strumento importante per capire se un progetto di investimento è consentito o meno ed a quali condizioni. Dal 2017 l’elenco dei settori soggetti a limitazioni o a divieti è stato ridotto in modo significativo. Tra i settori proibiti o comunque sottoposti a limitazioni ci sono i settori connessi agli armamenti, quelli inerenti il traffico aereo, le indagini sociali, l’editoria e le emissioni radiotelevisivi. C’è anche un altro catalogo denominato Catalogue of Priority Industries for Foreign Investiment in the Central and Western Regione of China che invece elenca i settori considerati prioritari per i quali sono previsti incentivi. Tali settori sono: l’agricoltura, l’alta tecnologia, la logistica, il design, il turismo, ecc. Gli incentivi concessi agli investitori esteri consistono nella riduzione o eliminazione dei dazi di importazione sui macchinari e tecnologia e nell’applicazione di aliquote ridotte per la tassazione sugli utili di impresa.

Per quando concerne il Sistema Fiscale in Cina dal 2008 il trattamento fiscale è lo stesso sia per le imprese locali che per le imprese a capitale straniero. In base alla normativa, le tipologie sono le imprese residenti, costituite in Cina o le cui attività si svolgano in loco, le imprese non residenti, costituite o amministrate fuori dal Paese ma che producono reddito all’interno della RPC. Le prime tipologie di imprese sono soggette a una tassazione standard sul reddito prodotto del 25%, le altre invece sono tenute a versare un’aliquota del 20% (10% per i Paesi come l’italia che rientrano all’interno di accordi particolari, addirittura 5% per il regime agevolato di Hong Kong). Sgravi particolari sono previsti per le imprese operanti nella ricerca e sviluppo, nella protezione ambientale e nel risparmio energetico, nonché per le piccole imprese che hanno un imponibile inferiore a CNY 300.000 o un numero di lavoratori inferiore a 100. Riguardo al reddito delle persone fisiche, vi sono 7 aliquote dal 3% al 45% che vengono applicate sulla base del reddito dichiarato.

COSTO FATTORI PRODUTTIVI

Operaio generico: da 140 a 290 euro/mese
Operaio specializzato: da 300 a 600 euro/mese
Impiegato: da 320 a 600 euro/mese
Dirigente: da 7.000 a 13.000 euro/mese

In Cina lo stipendio minimo è deciso a livello locale e aggiornato annualmente, ciò allo scopo di considerare i diversi livelli di vita, tra una zona e l’altra. L’aggiornamento viene fatto prendendo in considerazione quattro parametri: costo di vita minimo, sviluppo economico della regione, stipendio medio, prezzi medi nella regione.

Elettricità ad uso industriale: 6,2 KWh
Acqua ad uso industriale: 1,11 euro/ metro cubo
Affitto immobile uso ufficio: 25-50 euro mese al metro quadrato

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