Catania, cooperative a Palazzo dei Chierici per reclamare i pagamenti arretrati: "Servono risposte, non possiamo più aspettare"

Palazzo dei Chierici, Catania
Palazzo dei Chierici, Catania. Foto di Leandro Perrotta
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CATANIA – Un incontro a Palazzo dei Chierici per cercare di capire con quale spirito andare in ferie. Se sarà possibile andarci, visto che i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione costringono da mesi a stringere la cinghia. E’ la situazione di cinque cooperative operanti a Catania – “Prospettive”, “Marinella Garcia”, “Asar”, “Nikes” e “Terraferma” – che questa mattina hanno sottoposto al Ragioniere Generale dottoressa Leonardi la propria condizione.

Che si rincorre da anni, costringendo gli operatori delle coop – tutte operanti nel sociale e nell’accoglienza – a privazioni e sacrifici pur di non interrompere un lavoro che non viene regolarmente pagato. Le cinque cooperative vantano crediti nei confronti del Comune di Catania, a volte per centinaia di migliaia di euro. Anche in forza delle Leggi nazionali 285 e 328, cioè di contributi statali erogati ai Comuni che sarebbero teoricamente vincolati. Eppure i pagamenti non arrivano. Con conseguenze ovvie sui dipendenti, indietro di mesi sullo stipendio, e sulla stessa qualità del servizio erogato.

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“Questa condizione nasce con la vecchia Amministrazione, sotto la quale sono stati accumulati i crediti – dice Giuseppe Scionti, presidente della cooperativa “Garcia” – adesso la situazione è diventata insostenibile e abbiamo bisogno di risposte. Siamo a luglio, la media dei ritardi è enorme, i miei dipendenti sono indietro di dieci mesi sugli stipendi e da un mese e mezzo non riceviamo pagamenti. La giornata di oggi è servita a capire quando e se saremo pagati. La dottoressa Leonardi ha voluto conoscere ogni singola situazione e si è impegnata nei prossimi giorni a contattarci e a darci una risposta. Domani e dopodomani saremo qui per aspettare questo riscontro”.

E se il riscontro dovesse essere negativo? “Siamo pronti scendere in piazza, non stiamo reclamando nient’altro se non un diritto – prosegue Scionti – La maggior parte dei nostri servizi sono in sostegno di soggetti svantaggiati, il paradosso è che svantaggiati sono diventati i lavoratori – tutti qualificati – che si spendono nel servizio. Persone che hanno fatto del proprio lavoro una missione, ma che non possono più rimanere in silenzio ad aspettare. Senza stipendio non so come mandare in ferie i dipendenti. Gente che non può pagare la luce, le tasse, le assicurazioni. Così come noi non riusciamo a pagare le finanziarie e tutti gli altri adempimenti”.

A fronte di tutto questo le cooperative continuano a garantire il servizio, a costo di sacrifici personali. “Noi abbiamo una comunità per minori – dice ancora il rappresentante della cooperativa “Garcia” – dobbiamo mantenere i ragazzi che sono nostri ospiti, che devono lavarsi, vestirsi, andare a scuola. Tutto questo riusciamo a farlo solo non pagando gli stipendi ai dipendenti. Noi rispettiamo in nostri contratti, dall’altra parte i tempi sono da bradipo”.

“Siamo doppiamente beffati – aggiunge Agata Schillaci, rappresentante della cooperativa “Nikes” – la gente non può rimanere senza stipendio in eterno, quindi prima o poi arrivano le dimissioni. Per giusta causa, il che ci costringe a pagare millecinquecento euro di contributo di solidarietà, oltre agli stipendi arretrati, per i quali spesso arriva il decreto ingiuntivo. Mentre per noi, nei confronti della pubblica amministrazione, passano anni. Basta dire che abbiamo attenuto a gennaio 2017 un decreto chiesto a maggio 2016. Inoltre, ogni mese, dobbiamo sobbarcarci spese importanti. Ad agosto ci sarà la liquidazione IVA, l’INAIL, l’affitto dei locali, le utenze… un disastro totale”.

“Oggi abbiamo visto una certa attenzione – prosegue Schillaci – abbiamo avuto una breve interlocuzione anche con l’Assessore al Bilancio Giuseppe Bonaccorsi, che ci ha spiegato che i nostri servizi, anche se rivolti alla persona, non sono prioritari. Per dare dignità alle persone abbiamo dovuto rinunciare alla nostra. Adesso il Comune deve decidere cosa fare: o interrompere i servizi o proseguire. Non possiamo interromperli noi, che saremmo passibili di sanzione penale. Se non sono in grado di proseguire, invece di continuare ad accumulare debiti, che si fermino”.

Particolare la situazione della cooperativa “Aser”, gestita da Agata Rizzo: “Noi diamo servizi domiciliari ai portatori di handicap – spiega – ancora devono liquidare i pagamenti dal mese di luglio 2017 ad oggi. Per l’assistenza domiciliare integrata devono liquidare tutto il 2018, così anche per i servizi specialistici, l’assistenza autonomia e comunicazione”. A rendere particolarmente critica la situazione della “Aser” la natura dei creduti vantati: “Si tratta di fondi comunali e il Comune non ha cassa – dice amaramente la Rizzo – Non sappiamo come fare partire per il prossimo anno scolastico. Quello che mi chiedo è perché, se non sono in grado di pagare, non si bloccano i servizi”.

“Io devo dare delle risposte ai miei operatori – conclude la rappresentate di “Aser” – perché hanno fatto molti sacrifici, e ciò che abbiamo potuto pagare viene da servizi erogati in altri distretti socio-sanitari”. In attesa di risposte, intanto, i rappresentati e i dipendenti delle cinque cooperative domani presenzieranno a Palazzo dei Chierici. Per cercare di capire il loro futuro in quest’estate troppo calda non solo per il termometro. 

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