Catania, convegno Spi Cgil su anziani e povertà: "Un pensionato su dieci ha una dieta insufficiente"

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CATANIA – Un pensionato su dieci non riesce a mettere insieme la colazione, il pranzo e la cena. E’ la drammatica condizione degli anziani catanesi messa in luce dal convegno “Anziani e crisi economica, quanto ne risente la dieta?” organizzato da Spi Cgil e Cgil Catania. Nel corso dell’incontro, i dirigenti del sindacato dei pensionati hanno illustrato i risultati di uno studio, condotto in collaborazione con AUSER, secondo cui gli anziani che consumano meno di tre pasti al giorno sono il 12,7% , “ossia una quota critica di persone con una frequenza di pasti largamente insufficiente per un dieta equilibrata”.

Una percentuale che a Catania si alza ulteriormente, segno di un disagio sociale su cui si fatica ad intervenire. “Una dieta equilibrata necessita di tre pasti al giorno – dice ai microfoni di Hashtag Sicilia il segretario provinciale di Spi Cgil Margherita Patti – e meno del 12,7% dei pensionati a Catania ne usufruiscono. Il che significa che abbiamo una malnutrizione, di cui soffrono maggiormente i pensionati che sono al di sotto dei cinquecento euro mensili e quelli che rimangono solo e non trovano un welfare adeguato ai loro bisogni. Noi pensiamo che partendo dall’alimentazione – che è un diritto del cittadino, perché previene le malattie abbassando al contempo la spesa sanitaria – dobbiamo affrontare questa emergenza sociale”.

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“La cattiva alimentazione è un indicatore del malessere del pensionato – prosegue il segretario provinciale di Spi Cgil – ma anche dell’insufficienza dei servizi che vengono erogati all’anziano. Questo è un tema importante per il sindacato pensionati Cgil. Non si può parlare di emergenza ma si deve parlare di prevenzione. Una vecchiaia sana comincia proprio dalle scelte fatte a tavola”.

A partecipare all’incontro anche la segretaria nazionale dello SPI, Mina Cilloni. “Credo che l’iniziativa di oggi, che parla di alimentazione, faccia parte a tutto tondo delle politiche generali del sindacato pensionati italiano – dice Cilloni – Ci occupiamo di benessere, di comunità, di diritti delle persone. Il questionario che abbiamo presentato qualche tempo fa sull’alimentazione degli anziani ci dimostra quanto gli anni della crisi abbiano inciso profondamente su questa parte della popolazione. Sono stati ridotti non solo il numero dei pasti ma anche i prodotti che vengono poi consumati, come frutta, verdura e carne. Che sono gli alimenti primari di una corretta alimentazione. La mancanza di reddito, le condizioni di solitudine che le persone anziane vivono le portano ad avere un’alimentazione sbagliata”.

Quali proposte per uscire da questa situazione? “Bisogna intervenire attraverso la contrattazione sociale e la rete dei servizi – spiega Cilloni – che possono dare risposte importanti per la salute delle persone. Ma bisogna anche riflettere sulla socialità, sugli spazi, sull’accoglienza. Le politiche di benessere sono importanti perché possono cambiare nel quotidiano una cultura dominante che innesca troppo spesso la guerra tra poveri o dei giovani contro gli anziani”.

“Le nostre comunità devono diventare più accoglienti e più belle – conclude la segretaria nazionale di Spi Cgil – dove la convivenza diventi davvero un valore positivo. La solitudine delle persone anziane necessita di una risposta vera”.

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