Catania, è emergenza sfratti. Giusi Milazzo (Sunia): "La nuova amministrazione ascolti le nostre proposte"

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CATANIA – Un trend in crescita costante in tutta la Sicilia. Che a Catania tocca punte vertiginose. Purtroppo non è un dato di cui essere contenti, anzi. Stiamo parlando della percentuale di sfratti emessi nel 2017, secondo l’ultimo report del Ministero dell’Interno. Dati che a Catania sono particolarmente impietosi: il numero degli sfratti emessi passa da 39 del 2016 a 746, con un aumento percentuale del 1.812,82%. Gli sfratti per morosità sono 692. In crescita anche il numero delle richieste di esecuzione (3481) e degli sfratti eseguiti (684). 

Dati che fotografano una situazione di disagio intollerabile. Come spiega ai microfoni di Hashtag Sicilia Giusi Milazzo, segretario di Sunia, il sindacato degli inquilini. “Quell’impennata del +1800% dipende dal fatto che gli sfratti emessi nel 2016, per varie ragioni, erano molto bassi – chiarisce subito Milazzo – A preoccuparmi davvero sono i circa settecentocinquanta emessi nel 2017. Per una città come Catania sono tanti. E rileviamo che il trend è in costante crescita, da almeno cinque anni”.

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Una lenta erosione che per il sindacato degli inquilini ha una causa principale: “Mancano i posti di lavoro – ricorda Milazzo – ci sono molto contratti a brevissimo termine che non danno ai lavoratori nessuna certezza. Questo comporta la difficoltà, per molte persone, di tenere fede agli impegni assunti con i contratti d’affitto. E badi che questo fenomeno non interessa solo i poverissimi: ad essere colpito dalla crisi è anche quel ceto medio che prima un lavoro lo aveva e poteva adempiere ai contratti”.

A confermare questa lettura, del resto, sono gli stessi dati contenuti nel report del Ministero dell’Interno: “Si evince con chiarezza quanti sono gli sfratti per finita locazione – prosegue il segretario di Sunia – cioè quando chiuso il periodo contrattuale un inquilino non lascia la casa, e quanti invece sono dovuti a morosità. La seconda categoria a Catania ha superato la prima. Significa che la gente da un giorno all’altro non è più in condizione di pagare, non ce la fa più e non sa dove andare. Anche perché dopo uno sfratto trovare casa non è semplice”.

Il segretario di Sunia spende anche una parola sulle proteste che in mesi recenti hanno visto decine di cittadini accamparsi nella Cattedrale di Catania o arrampicarsi sui tetti per rivendicare un’abitazione: “Questo è un mondo molto complesso, la sensazione che ci fosse una strumentalizzazione c’era – ammette – d’altra parte le famiglie erano sicuramente nel bisogno, altrimenti non penso che si sarebbero messe per giorni interi all’addiaccio. Noi avevamo proposto delle soluzioni temporanee dignitose, con la riqualificazione di immobili pubblici o sequestrati alla mafia. E qualcosa si muoveva, con la precedente amministrazione, ma troppo poco e con troppa lentezza”.

I campi d’intervento, prosegue Milazzo, sono tantissimi: “Si intervenga nell’aumentare l’offerta di alloggi a canone sostenibile, anche pubblici – suggerisce – Si rendano sopportabili e sostenibili i canoni del privato, facendo in modo che non superino il 30% del reddito familiare. Consideriamo anche che per la maggior parte dei proprietari l’affitto è un arrotondamento dello stipendio o della pensione. E quindi non si può essere drastici nemmeno con loro. Ma abbiamo tanti esempi in Europa, di un mix di privato e pubblico che può venire incontro a tante esigenze”.

“Abbiamo già chiesto un incontro al nuovo sindaco – conclude Milazzo – ci confronteremo e chiederemo che ci sia un piano d’azione condiviso. Sono convinta che lavorando bene tra cinque-dieci anni il problema possa essere risolto. Quello dell’alloggio è un dramma del nostro tempo, le amministrazioni devono porsi il problema per dare dignità e conforto anche ai più sfortunati”.

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