CATANIA – “Ric-car-do! Ric-car-do! Ric-car-do!”. All’hotel Romano Palace di Catania l’accoglienza per Riccardo Pellegrino è di gran lunga la più calorosa tra quelle riservate ai candidati sindaci alle Amministrative del 10 giugno nel rito dell’apertura delle campagne elettorali. Bando alle liturgie della politica e all’affettazione dei salotti buoni. Qui c’è spazio soltanto per baci, abbracci e manifestazioni d’affetto plateali, nerborute, quasi da stadio. E Pellegrino, primo tifoso di se stesso, risponde baciando, abbracciando e arringando la folla nella crociata che ha promosso contro la politica delle lobby e dei comitati d’affari.
Introdotto dallo showman Rosario Di Stefano, il candidato sindaco di “Un cuore per Catania” – in corsa anche per il consiglio comunale – abbraccia gli assessori designati prima di lanciarsi nell’arringa. “Oggi è una giornata storica per il nostro gruppo – esordisce Pellegrino – ci presentiamo alla città come un’organizzazione nuova, coesa e libera dalle pressioni dei partiti e dalle logiche del potere. Un movimento dal basso che solo alla legge e al popolo di Catania dovrà dare il resoconto del suo operato”.
“Siamo il punto di riferimento per i cittadini che cercavano l’alternativa ai partiti – rivendica il candidato sindaco – siamo gente ancorata ai propri valori e non siamo disposti ad accettare politiche liberiste che mettono in discussione la nostra religione”. Appunti per il prossimo governo giallo-verde: no alla legalizzazione delle droghe e della prostituzione. Ma poi si torna a bomba sulle elezioni catanesi: “Noi siamo qui nonostante la terribile campagna della stampa che ha cercato in ogni modo di ostacolarci. Addirittura abbiamo avuto dei servizi confezionati ad hoc dalle Iene”. L’applauso sottolinea l’indignazione per la stampa serva di regime.
Il motivo di tanto accanimento è presto detto: “Noi siamo l’anticasta, noi siamo il vero popolo, se ci uniamo possiamo mandare a casa tutti i big della politica, nessuno escluso”, continua Pellegrino. Che da vero leader mostra il suo pragmatismo ammettendo che l’obbiettivo è il superamento della soglia di sbarramento fissata al 5%. Soltanto così, spiega il candidato, la risposta alla casta sarà efficace.
Dopo una parentesi sull’inizio della vocazione politica, appena quattordicenne, e sul cursus honorum che l’ha portato in Consiglio Comunale nelle fila di Forza Italia – prima del grande freddo con il coordinatore Salvo Pogliese, oggi avversario nella corsa a Palazzo degli Elefanti – finalmente si arriva al programma che “Un cuore per Catania” sottoporrà agli elettori. A partire dai conti pubblici: “Dobbiamo costruire un’amministrazione comunale efficiente, trasparente e virtuosa – spiega Pellegrino – Catania è sull’orlo del baratro e i miracoli li ha fatti solo Nostro Signore. Ma con la nostra amministrazione neanche un euro sarà sprecato”.
E ancora lavoro, sicurezza, legalità. Segue presentazione degli Assessori designati – il professor Giacomo Dugo dell’Ateneo di Messina, lo psichiatra Enrico La Delfa e il consulente finanziario Fabio Ursino – e dei candidati al Consiglio comunale e alle Municipalità. Sul finire Rosario Di Stefano annuncia il brano conclusivo. Non il Canto degli Italiani di Mameli ma il più confacente Nessun Dorma dalla Turandot. Sulle queste note cristalline di chiude la convention. Il nome di Pellegrino ognun saprà. E lui, all’alba del 10 giugno, è certo di vincere.