Oggi Giornata mondiale per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: l'esperienza di Sebastiano Trapani

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Indetta dall’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite in tema di lavoro, ogni giorno il 28 aprile ricorre la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: lo scopo è quello di promuovere nei governi, nei datori di lavoro e nei lavoratori stessi un impegno attivo che garantisca un ambiente sicuro e salubre dando priorità massima al principio di prevenzione.

A oggi sono già 207 le “morti bianche”, con un sensibile incremento rispetto allo stesso periodo del 2017. Lo scorso anno, le morti sul lavoro sono state per l’Inail 1.029, in aumento dell’1,1% rispetto al 2016, ma altre rilevazioni portano questo dato a 1.380 vittime, considerando anche i sinistri che non appaiono nelle denunce Inail e gli agricoltori.

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Tra il 2016 e il 2017 gli infortuni sul lavoro subiti da lavoratori italiani nella fascia di età tra i 55 e i 75 anni sono aumentati quasi del 5%; il 36% delle vittime di incidenti mortali ha più di 55 anni: si tratta di numeri che, se non si prevedono interventi mirati, rischiano di aumentare. Nel 2017 si sono registrati 476 denunce per infortuni sul lavoro. Di queste ne sono state accolte 412 per un totale di 8.539 giorni di malattia, mentre 64 denunce non sono state accolte dalla UOC Medicina Legale e Fiscale, in quanto non si trattava di infortuni dovuti a cause di lavoro o in itinere.

Alla luce di queste premesse, abbiamo deciso di intervistare l’ingegnere Sebastiano Trapani che da anni si è fatto promotore di diverse iniziative che riguardano proprio la sicurezza sui luoghi di lavoro: la sua decisione di occuparsi di ciò parte da una esperienza personale.
l’ingegnere ha perso due colleghi, marito e moglie, morti a distanza di qualche anno in incidenti stradali avvenuti nello stesso luogo: “assistere al funerale fu tremendo, vedere i figli rimasti orfani un dolore atroce. Alla fine del funerale della sua mamma, il figlio fece volare un palloncino: mi colpì questo gesto”. Un gesto che ritorna nel cortometraggio che lo stesso ingegnere da scritto, diretto e prodotto – “Un lancio per la sicurezza” – che ha ottenuto migliaia di visualizzazioni e che è stato presentato in tutta Italia oltre che in varie scuole e università.

A che punto siamo in Italia per la prevenzione degli incidenti sul lavoro?

“Siamo in una vera e propria emergenza nazionale da affrontare con urgenza e priorità. Nonostante siano passati 10 dieci anni dal D. Lgs. 81/08 (Testo unico in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro) troppa gente continua a morire. Nel primo trimestre del 2018, 212 lavoratori non hanno fatto ritorno a casa (l’11,6% in più rispetto al 2017). Il Rapporto annuale di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro riferisce che il 77,09% delle aziende controllate nel 2017 risultano irregolari”. 

Si può migliorare?

“Si deve migliorare e non basta parlarne, occorrono i fatti. “Senza soldi non si canta messa”, mi auguro che il futuro governo attenzioni questa drammatica realtà posizionando la sicurezza sul lavoro in cima all’agenda e destinando le adeguate risorse per agire. In primo luogo, occorre mantenere la promessa appena sfiorata con il Job Acts di razionalizzare una normativa troppo pesante e mal digerita soprattutto dalle piccole e medie imprese. La sicurezza è percepita come un costo, un mero adempimento burocratico, un ostacolo al lavoro. Per cambiare prospettiva occorre meno carta, più sicurezza fatta in campo, e soprattutto organizzazione del lavoro. Pochissime imprese, per esempio, hanno adottato un sistema di gestione della sicurezza nonostante i numerosi ed evidenti vantaggi. E poi occorre ripartire dalle scuole, dai licei, dalle università. La sicurezza non può essere un argomento da trattare occasionalmente. Occorre accompagnare i nostri figli in un percorso formativo e educativo, costruendo nel tempo e radicando in loro la cultura della sicurezza sul lavoro”.

Che concezione hanno i bambini sulla sicurezza sul lavoro?

“I bambini hanno le idee molto chiare. Mi hanno commosso ed emozionato. E’ stata una delle esperienze più intense degli ultimi anni. Invito tutti a guardare tutto d’un fiato il video per farsi un’idea”.

Cambia qualcosa tra nord e sud?

“Nessuna differenza. Le morti sul lavoro hanno lo stesso impatto e ricaduta sulle famiglie e soprattutto sui bambini, vittime indirette delle crudeli morti bianche”.

 

Sebastiano Trapani, proprio per questa giornata, ha avviato un altro progetto: un confronto tra bambini sui temi della sicurezza sul lavoro. Il risultato è stato una lunga intervista che mette in risalto cosa pensano i più piccoli, che consigli danno e come loro percepiscono il pericolo. Questo il video

 

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