Esplosione via Garibaldi, Catania piange i suoi eroi: “Il pompiere paura non ne ha!”

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CATANIA – “Vivi e lascia vivere, tanto nessuno ne esce vivo da questa vita”. Il giorno dopo la tragedia che l’ha portato via, è un’ironia amara quella della frase scritta su Facebook da Giorgio Grammatico, il Vigile del Fuoco morto ieri nell’esplosione di uno stabile in via Garibaldi. Una tragedia, appunto, che ha falciato Grammatico e il collega Dario Ambiamonte, oltre all’uomo che si trovava all’interno dell’edificio, Giuseppe Longo. Un riparatore di biciclette conosciuto da tutti nella zona del Fortino.

La fuga di gas, il boato, le sirene dei soccorsi. Per i due pompieri e per l’uomo non c’è nulla da fare. Due feriti, Giuseppe Cannavò e Marcello Tavormina, anch’essi pompieri, vengono trasportati all’ospedale Garibaldi dove si trovano in prognosi riservata.

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All’incrocio tra via Plebiscito e via Garibaldi si parla della vicenda con incredulità. Le vetture che si avvicendano per la strada rallentano davanti alla saracinesca divelta dall’esplosione. Un ragazzino riprende l’inviata di un telegiornale che racconta la tragedia ai telespettatori. Ma nel mondo contemporaneo alle lacrime vere si affiancano quelle virtuali. In molti piangono Grammatico, trapanese, appassionato di calcio, che su Facebook sorride abbracciando il figlioletto.

“Riposa in pace amico mio – scrive Maurizio – speravo non fosse vero, veglia su tuo figlio e la tua famiglia aiutandoli a superare questo immenso dolore”. Il primo pensiero, in queste ore, è proprio alla disperazione della famiglia. “Adesso sei un angelo in paradiso, Giorgio! Proteggi il tuo piccolo!”, scrive Paola. “E pensare che ieri stava a festeggiare con suo figlio la festa del papà”, le fa eco Tiziana.

Molte considerazioni sono per quel mestiere terribile ma necessario che si è portato via Giorgio. “Il pompiere paura non ne ha!”, rivendicano molti amici. Qualcuno trova la forza di criticare le condizioni di lavoro dei Vigili del Fuoco: “Tutto solo per fare il suo dovere. E per cosa, per uno stipendio da fame”, attacca Agostina. “Questi angeli che si prodigano insieme ai loro amici a quattro zampe rischiano la loro vita giornalmente – scrive Cinzia – Onore al merito per quello che fanno, proporrei una medaglia al valore per questi eroi”.

Un cordoglio che vale anche per il collega Ambiamonte, perito nella stessa esplosione. Catanese del quartiere Cibali, anche lui lascia una famiglia. Che oggi piange il suo papà eroe.

Sul fronte giudiziario, frattanto, la Procura ha aperto un fascicolo e sequestrato l’immobile. A coordinare le indagini il Procuratore Carmelo Zuccaro  e il sostituto Fabrizio Aliotta. Mentre sui giornali rimbalza la polemica sulle cause dell’esplosione. Le prime indiscrezioni di ieri parlavano di una scintilla provocata dall’utilizzo di uno strumento a scoppio adoperato dai Vigili per forzare la porta dell’edificio. Un’ipotesi smentita dai Vigili del Fuoco, e dal sindacato che ha chiesto rispetto per le vittime. I cui nomi sono stati letti nel corso della manifestazione dell’associazione “Libera”, che si è svolta questa mattina per le vie del centro cittadino. Catania piange i suoi eroi.

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