TAORMINA (ME) – Un progetto ambizioso quello che si pone Act, la giovane associazione dei commercianti di Taormina: far rivivere la perla dello Jonio 365 giorni l’anno, senza mesi in cui i riflettori si spengono. E’ così adesso: per 5 mesi ogni anno i turisti non arrivano a Taormina o ne arrivano pochi. Invece occorre puntare su progetti e idee che non facciano conoscere momenti di pausa, che abbandonino il concetto di stagionalità per vivere 12 mesi tutto ciò che di meraviglioso questo scorcio di Sicilia riesce a offrire.
Ne è convinto anche l’assessore regionale al turismo Sandro Pappalardo che, durante i lavori del convegno “Re-strutturare il turismo in Sicilia”, ha parlato ai giovani universitari esortandoli a investire in questa terra: “non andate via – esordisce l’assessore – le vostre tesi siano spunto per migliorare le politiche regionali”. Si rivolge garbato ma senza peli sulla lingua ai tanti relatori e al folto parterre d’ospiti che hanno riempito il palazzo Duchi di Santo Stefano, “sentiamoci tutti responsabili se la Sicilia, nonostante il suo appeal, le sue bellezze storiche e naturalistiche, i borghi più belli d’Italia, le spiagge, la sua enogastronomia, scivola al nono posto tra la Regioni italiane in termini di accoglienza”. “É inutile elencare una sfilza di problemi se poi non si riesce a proporre neppure una soluzione – sottolinea l’assessore – ognuno si assuma la responsabilità delle proprie competenze”.
“Raccogliamo l’invito dell’assessore e vogliamo incontrarlo a Palermo e fare sinergia – dichiarano Antonino Scandurra e Pietro D’Agostino, presidente e vicepresidente di Act Taormine – perché quello che ci preme di più è far rivivere 365 giorni l’anno Taormina, confrontarsi con le Istituzioni e i rappresentanti di categoria sulle strategie programmatiche da mettere in campo non più procrastinabili”. E a proposito di competenze, l’assessore sgancia una polemica sul caso Taorte, l’ente commissariato, “non parlate di ritardi della Regione – si rivolge a Sindaco e assessore – se al Consiglio comunale c’è chi blocca tutto”.
Taormina è, dunque, la città simbolo di una Sicilia che può contare su un bagaglio artistico culturale che richiama migliaia di visitatori ogni anno; su una riconoscibilità nel mondo come terra di arte, di turismo, di mare, di eccellenze enogastronomiche, che pure subisce una inversione di tendenza, spenta per cinque mesi l’anno, nonostante possa far leva su un tessuto imprenditoriale ricco e vivace che ha da sempre richiamato il jet set internazionale, esclusivo, di qualità.
Quattordici milioni di turisti nell’ultimo anno, “un dato imbarazzante” per l’europarlamentare Salvo Pogliese, nonostante i numeri positivi sui flussi di arrivi e partenze riportati da Rosario Dibennardo, vice presidente Federalberghi Sicilia e componente del CdA SAC, così come a Taormina neppure il G7 di maggio scorso è servito ad invertire il trend, come va incentivato il turismo congressuale per Vincenzo Tumminello, presidente di Sicilia Convention Bureau. Al convegno, dove il caso Taormina è stato il cardine su cui si è sviluppato il focus per analizzare lo stato di salute dell’intera offerta turistica in Sicilia, moderato dal giornalista Guglielmo Troina, vicecaporedattore del TGR Sicilia, hanno partecipato anche Ivo Blandina, presidente Camera di Commercio Messina,
Eligio Giardina, sindaco di Taormina, Salvo Cilona, assessore comunale al Turismo di Taormina, Italo Mennella, presidente Associazione Albergatori Taormina.
“In cosa stiamo sbagliando? La Sicilia è un’isola eccezionale che nessuno vuole” si chiede l’assessore Pappalardo che annuncia alcune iniziative messe in campo dal proprio assessorato. “Il turismo è una scienza esatta non si improvvisa, fino a questo momento non si è saputo vendere il prodotto Sicilia e molta gente che parla è azionista di maggioranza dello sfacelo della Regione siciliana: mettiamoci tutti la mano sulla coscienza”.
“Stiamo creando un brand unico, apriremo un master sul turismo ed entro un mese tracceremo delle linee guida per creare un’unica cabina di regia – ha anticipato – alla Bit di Milano il nostro stand è stato il più visitato in Europa, ma sei poi alle altre fiere internazionali come a Berlino o a Mosca, ogni città va per i fatti propri il lavoro viene vanificato”.
Altri due pilastri dell’attività assessoriale sono la fidelizzazione del turista e la destagionalizzazione.
“Siamo fuori dal circuito del turismo religioso, scolastico, bellico, della terza età, tutti flussi che si muovono lontani dalla stagione estiva – commenta – E poi bisogna attirare investimenti stranieri”. Come? Riconquistando concretezza e credibilità internazionale: ecco la ricetta.
Dall’altro canto, i tanti interventi del pubblico sono ruotati attorno ad alcune questioni: dalla necessità di una legge che regolamenti il settore, la competitività sull’offerta a quella di implementare un sistema trasporti. In primo piano anche l’aspetto dei costi del personale e del mantenimento delle strutture durante l’inverno.