I primi 100 giorni del governo Musumeci. Che chiude le porte alla Lega e auspica per la Nazione nuove elezioni a ottobre

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SICILIA – Nel giorno in cui il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli firma l’ordinanza che nomina il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci commissario delegato all’emergenza rifiuti e individua gli interventi urgenti per fronteggiarla, lo stesso governatore incontra la stampa per tracciare un bilancio dei primi 100 giorni.

Ma procediamo per gradi partendo proprio dall’ordinanza che arriva a seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza e che prevede che il commissario sia coadiuvato dal dirigente generale del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Salvatore Cocina, e dal prefetto in pensione Vittorio Piscitelli, cui spetta il compito di monitorare, vigilare e controllare l’attività della struttura. Tra gli interventi previsti, il trasferimento fuori regione dei rifiuti e la realizzazione della settima vasca nella discarica di Bellolampo a Palermo.

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E per questi primi 100 giorni, cosa ha detto Musumeci? 

“In una condizione di normalità, cento giorni possono essere uno spazio significativo per fare un primo bilancio. Per altri versi, sono insignificanti. Avevamo promesso ai siciliani di cambiare la Regione in cinque anni. Per una prima vera inversione di tendenza avremo bisogno di mille giorni».

Il presidente ha poi aggiunto: «Abbiamo iniziato ad analizzare la situazione, incontrare istituzioni economiche, amministrative, culturali, religiose. Dopo mille giorni saremo in grado di darvi risultati significativi come l’aumento del Pil, la diminuzione del tasso di povertà e speriamo anche il calo della fuga di cervelli.

In merito agli equilibri politici, Musumeci ha chiuso le porte della giunta alla Lega e nel contempo auspica che in autunno si possa tornare alle urne per il Parlamento nazionale con una legge elettorale nuova e con, quindi, un governo di scopo.

Al leghista siciliano Alessandro Pagano, che rivendica uno spazio in giunta, Musumeci risponde che “Non tutti i desideri diventano diritti”. Anche se la questione è tutt’altro che chiusa: ci sarebbe il posto che Sgarbi dovrebbe lasciare libero dopo essere stato eletto al parlamento nelle file di Forza Italia (il M5S aveva anche lanciato una raccolta firme su internet dopo i comportamenti discutibili dell’assessore) e dunque si stanno creando nuove fibrillazioni per la sostituzione dell’assessore ai Beni Culturali, ruolo a cui aspirano anche tanti uomini di Forza Italia.

Tornando alle cose fatte, Musumeci ha consegnato un elenco di almeno 40 punti che costituiscono le cose già  fatte: sono stati attivati bandi europei per almeno 400 milioni che dovrebbero dare ossigeno alle imprese e scuotere i settori delle infrastrutture, della sanità, del trasporto pubblico. Il presidente ha anche ricordato lo sblocco di 110 milioni per far ripartire i corsi di formazione e i 61 milioni stanziati per le case popolari. E ha ricordato pure le stabilizzazione di 3.800 precari della sanità già avviate.

E adesso? Innanzitutto si lavorerà sulle trattative con lo Stato per la ridefinizione degli accordi finanziari. Un piano di investimenti per la digitalizzazione della Regione e una trattativa per la defiscalizzazione della benzina in Sicilia.

Alla conferenza stampa è stato anche presentato il neo assessore ai Rifiuti, Alberto Pierobon. La cui prima uscita pubblica coincide quindi con il no esplicito che lo stesso Musumeci ha espresso sul progetto di costruzione di un termovalorizzatore a Pace del Mela.

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