Artigianato e cooperative a confronto con l’Assessore Turano

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CATANIA – Un confronto diretto tra il governo regionale e i rappresentanti delle piccole e medie imprese e del mondo della cooperazione. È il senso dell’incontro avvenuto ieri pomeriggio all’hotel Parco degli Aragonesi di Catania, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano e degli esponenti delle  diverse sigle associative. Molti i temi sul tavolo, dalle difficoltà di accesso al credito alla preoccupazione per il destino degli enti regionali preposti, ai nuovi sviluppi della questione camerale fino alle specifiche di alcune categorie.

A guidare i lavori il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Gaetano Mancini. “Ringrazio l’Assessore Turano per l’occasione che ci ha dato di presentargli le questioni che investono il mondo delle imprese e della cooperazione in Sicilia – ha detto Mancini introducendo l’incontro – a cominciare dalle opportunità di accesso ai fondi comunitari, dalle politiche per il credito e dall’esigenza di ridurre il carico burocratico. Il tessuto produttivo di questa Regione dev’essere messo nelle condizioni di crescere. Non siamo contrari all’innovazione purché non si perda di vista l’aiuto alle imprese, specialmente in un momento delicato come quello vissuto negli ultimi anni”.

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“Rispetto al credito abbiamo fatto presente all’Assessore le difficoltà che incontrano le piccole e medie imprese – ha detto il segretario provinciale della CNA Andrea Milazzo – diremo che da più parti si chiede un intervento pubblico ma che in Sicilia questo strumento esiste già, da sessant’anni, e si chiama Crias. Rispetto alla prospettiva di accorpamento con altre realtà abbiamo espresso la nostra contrarietà, perché temiamo che le risorse destinate agli  artigiani possano finire ad altri. E anche quando le somme rimanessero vincolate alla nostra categoria, il nuovo istituto diventerebbe una banca, come le altre che oggi non erogano credito alle nostre imprese. Abbiamo affrontato anche il fatto che la Crias sia equiparata ad un organismo strumentale della Regione, con l’adozione di sistemi economici, contabili e finanziari di natura pubblicistica che di fatto bloccano l’operatività dell’azienda”.

Contrario all’ipotesi di accorpamento anche Orazio Platania, rappresentante dell’Upla-Claai: “Ogni nuovo governo propone la fusione tra Crias, Ircac ed Irfis – ha spiegato Platania – noi ci opponiamo, perché la Crias è l’unico strumento che eroga il credito alle piccole e medie imprese e agli artigiani. È un sistema che ci invidia tutta Italia, troviamo inopportuno pensare ad una fusione. Perfetto ciò che concede la Crias in termini di finanziamento è sempre stato restituito, a differenza di quanto avvenuto ad esempio all’Irfis”.

Ad affrontare il nodo delle Camere di Commercio il segretario della CNA di Siracusa Pippo Gianninoto. “Abbiamo chiesto alla Regione di essere coerente con quanto detto al Ministro e alla Conferenza Stato-Regioni – afferma il rappresentante degli artigiani – la Sicilia è contraria al fatto che una riforma pessima possa penalizzare il suo tessuto produttivo. Avere quattro Camere rispetto alle nove iniziali è una penalizzazione enorme. Chiederemo al Presidente della Regione di ricorrere alla Corte Costituzionale, che ha già stabilito cinema riforme simili debbano essere frutto di un intesa con le regioni, che non c’è stata. Il Consiglio dei Ministri in maniera arrogante ha dato mandato al ministro Calenda di ripubblicare il decreto. Chiediamo con forza di opporci a questa penalizzazione”.

“Noi crediamo che il governo regionale debba avere un giusto approccio con il mondo della cooperazione – dice Giuseppe Giansiracusa, rappresentante della Legacoop della Sicilia Orientale – un mondo che ha garantito benessere, sviluppo e ricchezza. Eventuali provvedimenti che verranno presi dovranno incentivare questi fattori produttivi. Occorre un impegno da parte della Regione per un fondo sull’attività di vigilanza, che è stato azzerato. E’ fondamentale per verificare che le cooperative siano in regola. Poi serve un contributo per i centri di assistenza tecnica, per dare alle cooperative la possibilità di nascere creando a loro volta sviluppo economico”.

“Chiediamo all’Assessore di prendere un impegno per la programmazione del PO-FESR Sicilia per quest’ultimo triennio – dice Francesco Messina, componente dell’Ufficio Finanza Agevolata della CNA di Siracusa – il PO-FESR 2014-2020 ha già sprecato tre anni di programmazione economica, senza bandi pubblicati per le imprese del territorio. C’è la possibilità di recuperare, attraendo risorse comunitarie importanti per gli ultimi tre anni. Chiediamo anche di rivedere il criterio di trasmissione delle istanze di agevolazione, il cosiddetto click day, perché questo sistema è profondamente iniquo. Infine abbiamo chiesto l’allungamento dei tempi di presentazione delle istanze dalla pubblicazione del bando. 30′ giorni sono troppo pochi, abbiamo chiesto di avere almeno 60 giorni per dare modo alle imprese di raccogliere tutta la documentazione”. 

“Il nostro mondo è fortemente danneggiato dalle false cooperative – ha detto Silvana Strano, rappresentante della Agci – siamo offesi e danneggiati da questa presenza sul mercato. La legalità non esiste solo durante i convegni, nelle false iniziative. Se vogliamo davvero la legalità, dovremmo cercare di utilizzare gli stuimenti che permettono di fare luce e snidare le false cooperative. La legge 37/2015 ha promosso l’istituzione di una banca dati delle cooperative siciliane, a valere dai dati della vigilanza cooperativa. Questa legge non è stata avviata, è necessario dare seguito per individuare eventuali storture. Confidiamo nell’operato della Regione per attivare un’azione vera, se davvero si vuole perseguire la legalità”. 

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