CATANIA – Dalle prime ore della mattinata odierna, la Dia di Catania su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, sta eseguendo ordinanze di custodia cautelare, tra gli arrestati anche il giornalista di Rei TV, Salvo Cutuli.
Tra i destinatari dell’ordinanza eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania, supportata dai Centri Operativi di Palermo, Reggio Calabria, Caltanissetta e dalla D.I.A. di Roma, nonché dalla Sezione Operativa di Messina,i imprenditori, funzionari amministrativi e elementi di vertice dei clan “Cappello” e “Laudani” di Catania. Dalle indagini è emerso che non è la mafia a cercare i pubblici amministratori, ben si avverrebbe il contrario, sono i funzionari a rivolgersi ai mafiosi per ottenere protezione e agevolazioni.
Tutti gli arrestati sarebbero coinvolti nella illecita gestione della raccolta dei rifiuti, nei comuni di Trecastagni, Misterbianco e Aci Catena, con diramazioni nella Sicilia Orientale. In corso anche sequestri di società per un valore complessivo di 30 milioni di euro circa.
Il ruolo del gioranalista Cutuli, secondo quanto spiegato durante la conferenza stampa presso la Procura di Catania, sarebbe stato quello di mediatore tra Rodolfo Briganti, rappresentante legale della Senesi S.P.A. e il sindaco pro tempore di Aci Catena Ascenzio Maesano che compare ancora una volta nell’inchiesta. Al sindaco, Cutuli, faceva pervenire somme di denaro ricevute da Briganti, per sostenere la sua futura campagna elettorale, in cambio di un intervento che Maesano avrebbe dovuto dispiegare in suo favore, mediante l’abuso dei poteri connessi alla funzione esercitata, per ottenere l’annullamento delle sanzioni irrogate dal comune alla Senesi S.P.A. nell’esecuzione dell’appalto.
L’inchiesta sull’illecita gestione dei rifiuti ha rivelato il ruolo cardine era ricoperto dell’imprenditore Vincenzo Guglielmino della E.F. Servizi Ecologici, affiliato del clan Cappello, pagava per avere protezione e per mantenere il monopolio. Tra i clan Cappello e Laudani si era stabilita una certa pax mafiosa perché il settore dei rifiuti era abbastanza redditizio.