Cooperative in Sicilia, troppa burocrazia rallenta l'impresa

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Il settore delle cooperative in Sicilia ha dovuto affrontare numerose battaglie ma resta pur sempre una realtà significativa e uno dei sistemi più attivi nel mondo del lavoro. Abbiamo chiesto a Luciano Ventura Coordinatore Sicilia Orientale Confcooperative, di ragguagliarci sull’attuale situazione delle cooperative siciliane.

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In che stato versa la Cooperazione in Sicilia, quali sono i problemi che riscontrate quotidianamente?

Purtroppo in Sicilia far impresa non è semplice. Quello che rallenta molto il nostro lavoro è la burocrazia che determina un ambiente sfavorevole, ogni passaggio è ostacolato da una serie infinita di procedure burocratiche che rendono incerto il cammino imprenditoriale. Un esempio concreto posso darlo con i DURC documento unico di regolarità contributiva, che vengono ormai rilasciati soltanto a Noto, per tutta la regione. A questo va aggiunta anche la paura che hanno i funzionari pubblici i quali spesso preferiscono non fare piuttosto che prendersi le adeguate responsabilità. Questo fa si che l’iter dell’impresa venga seriamente compromesso, basti pensare a come vengono gestite in Sicilia le risorse europee che, per timore di farle finire in mani sbagliate, rimangono bloccate e riconsegnate in toto alla comunità europea. La cooperativa siciliana vive ogni giorno problemi di questo genere, proprio per questo funzionano meglio le aziende che lavorano con l’estero perché gli altri paesi hanno una burocrazia più semplice di quella italiana che agevola il far impresa.

Che ruolo può giocare ancora la cooperativa?

La formula della cooperativa è antica, ma moderna nello spirito. Lo stare insieme aumenta le forze è questa la formula vincente. Ci sono molti ragazzi che intraprendono la strada della cooperazione soprattutto nel settore agricolo, perché essa dona dignità al lavoro, far squadra crea benefici e sostiene tutte le giovani imprese.

Cosa può dirci oggi delle cooperative sociali in Sicilia e del lavoro che svolgono?

Le cooperative sociali guardano agli ultimi. Chi le ha usate solo per ottenere appalti pubblici è destinato a scomparire. Oggi chi crea cooperative sociali sono i benefattori e gli idealisti che aiutano concretamente le persone, per esempio basti pensare al missionario laico Biagio Conte che a Palermo ha fondato Missione di speranza e carità, dove si da sostegno ai disagiati. Cosa diversa è invece l’inserimento lavorativo che permette alle aziende di assumere ragazzi disabili. Le cooperative rimangono dunque centrali nel mondo del lavoro ma sarebbe opportuno facilitare la loro gestione.

di Agnese Maugeri

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