RAGUSA – L’elemento più comune è il disinteresse. Le zone artigianali della provincia di Ragusa sembrano terre di nessuno. Gli insediati, gli operatori che ci lavorano ogni giorno, segnalano problemi a ogni piè sospinto. Ma le amministrazioni comunali appaiono sorde. E’ vero che i bilanci degli enti locali territoriali sono sempre più risicati, è vero che la coperta risulta essere molto corta e quindi se la si tira da una parte si scopre inevitabilmente l’altra. Ma chi ha la possibilità di avere un opificio e quindi investe per produrre e, comunque, fare in modo che al territorio sia garantito un certo reddito, deve potere contare su un’area all’altezza della situazione. E spesso questo non succede.
Accade, ad esempio, a Vittoria. Dove a più riprese le associazioni di categoria hanno chiesto l’installazione di un valido sistema di telesorveglianza per intimorire i consueti “sporcaccioni”, cioè coloro che decidono di liberarsi dell’immondizia prodotta nella proprie abitazioni abbandonando cofanate di sacchetti della spazzatura a due passi dai capannoni produttivi. “Una vera e propria iattura – spiega il responsabile comunale della Cna cittadina, Giorgio Stracquadanio – negli anni, più e più volte, abbiamo chiesto l’adozione di provvedimenti specifici. Ma le risposte sono mancate”. Se a ciò si unisce il fatto che chi è addetto a decespugliare si vede ogni tanto e che la zona, spesso e volentieri, è scelta come luogo di bivacco dei Sinti, si avrà chiaro il quadro di una serie di problematiche radicate, difficili da estirpare nonostante gli appelli degli stessi insediati.
Proprio nelle ultime ore, a Comiso, sempre nella zona artigianale, da queste parti meglio conosciuta come area Pip, è stata inaugurata la nuova area di accesso che, per anni, era rimasta allo stato brado, senza neppure un pizzico di asfalto. Qualcosa, quindi, è cambiato. Anche se, ancora una volta, il punto debole del sito è rappresentato dalla mancanza di decoro. E perché il Comune non si impegna pure a garantire queste risposte?
Alla zona artigianale di Ragusa, in contrada Mugno, a parte la questione del metano, che stenta ad essere allacciato in una trentina di opifici per tutta una serie di difficoltà operative, sta tenendo banco la questione del randagismo. Sembra incredibile a dirlo, ma il proliferare dei cani (di almeno 40 unità negli ultimi anni) impedisce alle imprese del posto di espletare regolarmente la propria attività. A fare la voce grossa, proprio nel corso della settimana, è stata la Cna comunale che ha diffidato il sindaco Federico Piccitto e il manager dell’Asp 7 Salvatore Lucio Ficarra a trovare una immediata soluzione. “Così – chiariscono dall’associazione di categoria – è impossibile andare avanti. Stiamo parlando di incolumità per gli artigiani del posto oltre che per la loro clientela molta della quale è sinceramente dissuasa dall’intrattenere rapporti di carattere commerciale proprio a causa di questa indesiderata presenza”.
La zona artigianale di contrada Michelica, a Modica, è forse quella dove inferiore è il numero di problemi rilevati rispetto agli altri territori della provincia di Ragusa. Certo, bisogna fare i conti, un po’ come accade da tutte le parti, con l’assenza di decoro e con la presenza di qualche sito in cui abbonda la spazzatura abbandonata dai soliti incivili. Ma per il resto gli opifici sembrano svolgere la propria attività in condizioni più o meno ideali. E, inoltre, nelle settimane scorse è stato definito l’iter per lo scorrimento della graduatoria tesa a garantire ulteriori assegnazioni di lotti.
A Ispica, invece, è stata avviata la procedura di verifica e assoggettabilità a Vas (Valutazione ambientale strategica) della zona artigianale che sorge in periferia. Da anni le associazioni di categoria chiedono di potersi avvalere della possibilità di un’adeguata assegnazione dei lotti. Ma l’iter burocratico è sempre rimasto impantanato tra le pastoie. Ora, però, qualcosa sembra muoversi. La questione della zona artigianale è legata a doppio filo con i fondi ex Insicem, cioè risorse economiche derivanti dalla vendita del cementiero regionale prima esistente sul territorio ibleo e il cui ricavato è stato utilizzato per concretizzare varie opere nei comuni della provincia.
Per quanto riguarda la zona artigianale di Scicli, in contrada Zagarone, si è lavorato per un bando riguardante la gestione ma tutti i passi compiuti ancora non soddisfano. Sembrerebbe più opportuno muoversi seguendo le direttrici delineate dalle associazioni di categoria.
Infine Pozzallo dove, in realtà, c’è una vera e propria zona industriale che sorge alle spalle al porto. Un sito dalle grandi potenzialità ma in questo caso è il porto che non riesce a rispondere in maniera adeguata alle numerose esigenze delle imprese presenti sul territorio. E’ lo stesso porto che rischia di rimanere un’incompiuta. Ma questa è un’altra storia.