RAGUSA – C’è l’olio Dop di Chiaramonte Gulfi. Ma anche il cioccolato di Modica, delizia per il palato. E come dimenticare il Ragusano Dop? E poi le straordinarie varietà dell’ortofrutta che, a cominciare dal ciliegino, raggiungono, ogni giorno, i mercati del Nord Italia. Il tutto innaffiato da un buon vino, ovviamente un Cerasuolo Docg proveniente da Vittoria. E se non siete del tutto sazi, avrete l’opportunità di assaggiare il pane di San Giuseppe, forme tradizionali e decorate che arrivano da Santa Croce Camerina e che rappresentano un vero e proprio must per i visitatori. E nulla abbiamo detto dei “bianchi” di Giarratana, cipolla e torrone, che vanno letteralmente a ruba per le caratteristiche organolettiche.
No, non è la qualità del cibo a fare difetto da queste parti. Non è un caso che il territorio sia stato soprannominato la “Food valley” siciliana. Qui, nell’area iblea, infatti, c’è un concentrato di ristoranti stellati Michelin che hanno fatto diventare questo lembo dell’isola oggetto di ricerca da parte di studiosi accreditati. E’ pure sulle produzioni agroalimentari che si scommette l’economia del Ragusano. Un’economia che, attraverso il ricorso alla qualità, lo studio di speciali dinamiche di marketing e il ricorso ai marchi di origine controllata, muove cifre a nove zeri. Sono sempre di più, infatti, le aziende del territorio che, operanti nell’agroalimentare, hanno deciso di aprirsi ai mercati esteri. La Cina piuttosto che gli States, senza dimenticare la Russia.
“La nostra uva – dice ad esempio Giovanni Cugnata dell’Associazione giovanile Roccazzo, frazione rurale di Chiaramonte, dove esiste uno dei poli di produzione più accreditati dell’isola – viene esportata nell’Europa dell’Est già da qualche anno. Certo, per quanto riguarda la vendemmia del 2017 c’è stato un calo. Ma assolutamente in linea con quanto accaduto nel resto d’Italia e, oserei dire, del continente. A ogni modo, i nostri canali d’esportazione prediligono il prodotto di qualità che, per quanto ci riguarda, continuiamo a garantire”. E proprio a Roccazzo, sabato e domenica, ci sarà modo di promuovere i prodotti tipici della montagna (mostata, cuddureddi e altre leccornie simile) con una sagra che, consolidata ormai nel tempo, ha raggiunto il considerevole traguardo delle 31 edizioni.
L’economia della provincia di Ragusa fa molto affidamento, oltre che sull’agricoltura, minata comunque da una crisi ormai strutturale, sul turismo e sul terziario, pure sulle risorse che possono arrivare dall’agroalimentare. A patto che si tratti di prodotti di qualità. I riconoscimenti, in questa direzione, continuano a piovere. L’ultimo è arrivato con la miglior pasta integrale d’Europa prodotta a Chiaramonte.
Il Sana di Bologna, il salone internazionale del biologico e del naturale, ha incoronato la pasta di grano antico prodotta dall’azienda chiaramontana Damigella. Ottanta i giurati specializzati (buyers internazionali, giornalisti di settore e rappresentanti del mondo del commercio bio e naturale) che hanno selezionato il prodotto, realizzato dall’azienda chiaramontana e commercializzato dalla ProBios, indicandolo come il migliore in commercio. Il riconoscimento è arrivato nel contesto dello speciale concorso dedicato ai cibi biologici, all’interno della 29esima edizione del Sana, in collaborazione con la rivista “Bio e consumi”. Prodotta con le semole di grani antichi, l’azienda agricola chiaramontana porta avanti la lavorazione della pasta come una vera e propria arte che contempla una serie di passaggi, dalla raccolta del grano al versamento manuale in sacchi alla tramoggia di carico per potere controllare la qualità della materia prima. E’ questo l’unico modo, cioè il ricorso alla qualità, per assicurarsi piccole nicchie di mercato a fronte dei colossi che il mondo globalizzato impone ai consumi locali.
di Giorgio Liuzzo
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