“L’Italia risulta tra i Paesi europei a più elevato consumo di antibiotici così come identificato tramite le sorveglianze delle aree di utilizzo inappropriato che possono essere ridotte e riportate a livelli più accettabili per la sicurezza del paziente”.
Con questa premessa la prof.ssa Antonella Agodi, coordinatrice del Gruppo italiano Studio Igiene ospedaliera della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità pubblica, Gisio-Sltl, e docente dell’Università di Catania, ha introdotto i lavori del convegno nazionale “La minaccia dell’antimicrobico-resistenza: dalla sorveglianza epidemiologica all’azione” che si è svolto nell’aula magna “Santo Mazzarino” del Monastero dei Benedettini.
“Come sappiamo l’infezione è associata a una mortalità più elevata e a una durata della degenza più elevata – ha spiegato la prof.ssa Agodi -, l’infezione in generale e l’infezione associata a microrganismi multiresistenti ha un impatto importante sul soggetto che, a volte, è possibile ridurre tramite le pratiche comuni come il lavaggio delle mani così come suggerito più volte dall’Oms”.
Un tema importante, dunque, quello delle infezioni causate da microrganismi resistenti agli antimicrobici, per le ricadute sulle strutture assistenziali territoriali e ospedaliere che spesso sono associate ad esiti avversi gravi oltre ad essere centrale e strategico per la Sanità pubblica che richiede programmi di controllo e attività di sorveglianza all’altezza in grado di prevenire le infezioni e migliorare la qualità stessa dell’assistenza.
Proprio su questi punti la prof.ssa Agodi ha evidenziato che “il Gruppo italiano Studio Igiene ospedaliera della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità pubblica ha compiuto 25 anni e in questi ultimi mesi ha partecipato, insieme con diverse società scientifiche, alla stesura del Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza e, inoltre, sul programma regionale”.
E nel lanciare la campagna regionale “European antimicrobial a wellness day” la prof.ssa Agodi si è soffermata anche sulle strategie che puntano sulla “collaborazione con le scienze umanistiche e della comunicazione in quanto la comunicazione nella sanità pubblica, così come il modello dei vaccini ci insegna, potrà dare risultati importanti per il raggiungimento degli obiettivi perché la Sanità pubblica non si fa sulle persone, ma con le persone”.
“Il problema del comportamento delle scienze sociali è importante per una Sanità pubblica consapevole e efficace così come evidenziato dalle revisione di efficacia delle campagne “antimicrobial a wellness” precedenti della Oms che presentavano delle criticità ovvero la mancanza della figura dei sociologi” ha aggiunto la docente etnea.
“A Catania possiamo contare dal 2005 sul Laboratorio di ricerca Laposs che si avvale dell’intersettorialità dei docenti universitari – ha concluso la prof.ssa Agodi -. La nostra campagna regionale, non a caso, si avvarrà dell’informatica, della scienza della comunicazione e dei messaggi di principi di sanità pubblica che sono stati elaborati a Stoccolma grazie anche a una ricercatrice catanese che per 9 mesi ha lavorato in Svezia all’elaborazione dei messaggi che saranno adattati al contesto con i dati di sorveglianza che noi stessi abbiamo raccolto a livello locale e nazionale”.
Sulla tematica è intervenuto anche il rettore Francesco Basile che ha sottolineato “l’impegno del «Policlinico-Vittorio Emanuele» e in particolare del gruppo di Igiene che da anni svolge attività di ricerca scientifica applicata di livello che deve essere sempre più legata all’assistenza al paziente”.
“Proprio sull’assistenza sanitaria al paziente posso confermare che Catania rappresenti un’eccezione per qualità dei professionisti e per strutture d’eccellenza, ma è ovvio che dobbiamo ancora migliorare – ha aggiunto il rettore -. La tematica della resistenza agli antimicrobici è di fondamentale importanza perché un maggior consumi di farmaci significa maggiori costi per la sanità e sappiamo bene che le spese sanitarie e per farmaci in Sicilia sono piuttosto elevate. Dobbiamo trovare delle strategie comuni per mettere insieme tutte le ricerche e dare un contributo fondamentale in questo campo”.
Sulla stessa linea il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele”, Paolo Cantaro che ha ribadito come “Catania non rappresenta più una periferia del panorama sanitario del Paese, ma un luogo dove si svolge ricerca di particolare rilievo e convegni di importanza internazionale”.
Ai lavori è intervenuta anche il presidente del Consiglio superiore della Sanità Roberta Siliquini che ha sottolineato “l’importanza dell’argomento al centro dell’agenda del ministro della Salute impegnato anche sul Piano nazionale dell’Antimicrobico-resistenza, una tematica da affrontare da diverse prospettive con azioni ben precise che coinvolgano figure di diversi settori”.
A seguire sono intervenuti, tra gli altri, anche il direttore del dipartimento “Ingrassia” dell’Università di Catania Stefano Puleo e i presidenti delle diverse società mediche come Fausto Francia (Sltl), Gianfranco Finzi (Anmdo), Gaetano Privitera (Simpios), Gabriele Pelissero (Aiop) e il presidente regionale Sltl Roberto Fallico.