“La fruizione di un bene essenziale come l’acqua è un diritto che deve essere garantito a tutti alle medesime condizioni e senza costi aggiuntivi, determinati, arbitrariamente, dai gestori degli acquedotti”. Il principio, di grande rilevanza sociale, è stato sancito dai giudici della Terza sezione del Tribunale civile di Catania, confermando alcune sentenze che erano stato emesse dal Giudice di Pace di Mascalucia. I giudici hanno riconosciuto la fondatezza giuridica di un principio per il quale si batte, da anni, la Federconsumatori provinciale di Catania, con in testa la sezione territoriale “Etna-Sud” di Mascalucia. La controversia sulla quale si è espresso il Tribunale riguarda l’Acquedotto Carcaci (Acque Carcaci del Fasano), che serve alcune zone di Catania e numerosi Comuni pedemontani della provincia, tra i quali Mascalucia.
La vicenda ha inizio nel 2013, quando la società, che gestisce l’acquedotto, pretendeva di addossare agli utenti i costi di ammodernamento e di manutenzione della rete idrica di sua proprietà. La Federconsumatori di Mascalucia, con il suo presidente Lucio Traina, si schierò immediatamente a fianco degli utenti, che denunciavano l’infondata pretesa dell’acquedotto, per spese non comprese nella tariffa idrica. Nel contempo, la società acquedottistica veniva invita a restituire quanto già ingiustamente incassato, per i pagamenti effettuati da molti utenti, nel timore di vedersi interrotta l’erogazione dell’acqua.
Il presidente della sezione di Mascalucia, Lucio Traina, sottolinea che “la Federconsumatori ha sempre ribadito che le leggi in vigore prevedono che le spese di manutenzione della rete idrica sono a carico delle società che gestiscono acquedotti, senza poter avanzare alcuna pretesa sugli utenti. Ma, evidentemente, aggiunge Traina, non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Rilevate le resistenze della società e il perdurare delle richieste di pagamento agli utenti, la Federconsumatori, con il patrocinio dell’avv. Fortunato Creaco, avviò più di 20 procedimenti dinanzi al Giudice di Pace, che si è pronunciato a favore dei cittadini, ribadendo il dovere dell’acquedotto di predisporre a proprie spese tutti interventi di manutenzione che riguardano la condotta di sua proprietà; costi che non possono essere ribaltati sugli utenti, inserendoli nella tariffa.
La vicenda giudiziaria ha poi avuto ulteriori sviluppi, in quanto l’Acquedotto Carcaci aveva impugnato in appello, dinanzi al Tribunale di Catania, tutte le sentenze del Giudice di Pace. Ma anche in tribunale, gli assistiti della Federconsumatori, sempre con il patrocinio dell’avv. Fortunato Creaco, hanno ribadito la propria tesi, chiedendo la conferma delle sentenze del Giudice di Pace, anche se gli utenti, veniva fatto rilevare, erano stati costretti a sottoscrivere un contratto di fornitura con clausole vessatorie, in contrasto con quanto previsto dalla legge.
I giudici della Terza sezione del Tribunale di Catania, sottolinea Salvo Nicosia, presidente provinciale della Federconsumatori di Catania, “hanno dato ragione ai consumatori, sancendo l’intangibilità del diritto del consumatore a pagare esclusivamente la tariffa idrica, come stabilito per legge, senza ulteriori balzelli, per un servizio – quello di somministrazione dell’acqua – riconosciuto come essenziale e garantito a tutti i cittadini”.