Sinistra Italiana: "La gestione di acqua e rifiuti anche nelle mani delle mafie"

Fiume Amenano
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“La decisione della Corte Costituzionale di affossare la legge per l’acqua pubblica in Sicilia è grave e pericolosa perché a essere messo nelle mani di privati, e quindi anche delle mafie, è un bene comune che appartiene a tutti i siciliani”.

A dirlo sono Bianca Guzzetta e Luca Casarini, segretari regionali di Sinistra Italiana Sicilia, intervenendo sulla bocciatura da parte della Suprema Corte della riforma dell’acqua pubblica nell’Isola.

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“Questa sentenza non ha tenuto conto di due grandi questioni – spiegano -: il voto di 27 milioni di cittadini, moltissimi siciliani, contro la privatizzazione dell’acqua, e la riorganizzazione delle filiere affaristico mafiose nell’Isola”.

Per Guzzetta e Casarini “acqua e rifiuti sono le due grandi partite in vista di nuovi business, che una mafia che si sta riorganizzando non vuole perdere. Tutto a discapito dei siciliani, che pagheranno l’acqua a costi maggiori, e dei Comuni, che saranno obbligati a cedere di fronte a multinazionali che si aggiudicheranno per 30 anni la gestione delle reti e il controllo sull’acqua pubblica”.

“Il Governo Crocetta doveva impugnare il ricorso di Palazzo Chigi contro la legge regionale – proseguono -. Non l’ha fatto e questa è l’ennesima responsabilità politica che il governo regionale si porterà addosso. Per quanto ci riguarda, la battaglia per ridare la possibilità ai Comuni, e non a multinazionali e mafie, di gestire l’acqua pubblica non finisce. Comincia ora e sarà uno dei punti di programma inderogabile – concludono Guzzetta e Casarini – da mettere al centro di qualsiasi proposta di alternativa e discontinuità alle prossime elezioni regionali”.

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