Spampinato (Rete civica): "Solo se la Sicilia diventerà un hub, l'Italia potrà ripartire"

porto Catania navi
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“Dalla Sicilia riparte l’Italia, infrastrutture: strumento di coesione, mobilità e sviluppo”. Su questo tema si confronteranno politici, amministratori e tecnici, sabato 11 marzo, a partire dalle 9,30, all’hotel Excelsior di Catania. Il convegno è organizzato dalla Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno.

“I politici sono impegnati nella perenne campagna elettorale, – spiega Giuseppe Spampinato, presidente di Rete civica noi dobbiamo far comprendere forte e chiaro che per il Sud vogliamo un programma di sviluppo serio, globale e lungimirante. Non vogliamo mancette, non vogliamo elemosine, vogliamo che l’economia riparta, vogliamo che i nostri figli non siano costretti ad abbandonare la loro terra e che qui abbiano le stesse opportunità che si hanno nel resto del mondo”.

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Perché avete preso l’iniziativa di questo confronto?

“E’ tempo di darsi da fare, di non accettare più tutto passivamente, di farci promotori di una visione più ampia e concreta – risponde Spampinato – Le infrastrutture, strade, ferrovie, ponti, sono sviluppo, sono progresso, sono comunicazione, sono apertura. La Sicilia può e deve essere il vero hub del Mediterraneo, deve recuperare la sua centralità nelle vie di comunicazione e solo così, ne siamo sicuri, l’intera Italia potrà ripartire avendo il Sud come motore e non come peso”.

Da quali osservazioni e considerazioni partite?

I nostri porti non movimentano nessun container proveniente da Suez mentre la navi passano davanti alla Sicilia per andare ad Amsterdam. Perdiamo migliaia di posti di lavoro e miliardi in mancati introiti per lo sdoganamento e la movimentazione delle merci.

Le nostre ferrovie , non essendo collegate stabilmente al sistema prima italiano e poi europeo, non trasportano a costi accettabili le nostre merci che conseguentemente viaggiano su gomma a costi insostenibili per le nostre imprese che infatti regolarmente chiudono.

I turisti possono arrivare solo via aereo a costi esorbitanti nei periodi di maggior afflusso, gli aerei in quei periodi sono pieni dei nostri ragazzi e conterranei che tornano per le vacanze o le feste, per cui le grandi catene alberghiere sono restie a grandi investimenti in un territorio difficile da raggiungere”.

Crocieristi 21

Ritiene che il turismo, anche per quel che accade nel Mediterraneo e nel Medio oriente con le guerre, ed anche nell’Europa, sotto la minaccia terroristica, possa trovare in Sicilia un punto di riferimento?

“Soprattutto la parte sud della Sicilia, di fatto difficilmente raggiungibile, può dare scarso apporto in termini turistici e/o commerciali. Il nostro immenso patrimonio artistico è poco sfruttato in questa realtà dei fatti. Inoltre l’Area dello Stretto anziché essere il salotto buono della Sicilia, la porta d’ingresso, versa in gravi condizioni di degrado ambientale e infrastrutturale, Nel 2017 nessuna possibilità che l’AV/AC ferroviaria possa arrivare in Sicilia mentre nel resto d’Italia si viaggia a 300 Km/h determinando una discriminazione ormai non più accettabile per noi siciliani”.

Qual è la vostra proposta?

“Proponiamo un piano di interventi infrastrutturali che comprenda in primis il completamento del corridoio europeo Helsinki-Malta , attualmente fermo a Salerno, con la realizzazione della tratta AV/AC Napoli Palermo (via Catania) , il completamento dell’anello sia autostradale che ferroviario con la tratta Siracusa-Castelvetrano, la realizzazione di una rete energetica totalmente approvvigionata da fonti rinnovabili in modo che i nostri treni circolino senza danni all’ambiente. Altri interventi sono previsti nell’arco dei sei anni necessari al completamento del collegamento stabile sullo Stretto di Messina ma sarebbero tutti conseguenti alle realizzazioni prima esposte che farebbero da volano”.

“La Sicilia – aggiunge Giuseppe Spampinato – diventerebbe un Hub logistico di grande importanza nel Mediterraneo e garantirebbe lavoro ai molti Siciliani che invece adesso sono costretti ad emigrare e che in massima parte appartengono alla fascia dai 20 ai 35 anni depauperando il nostro territorio di una intera generazione e senza una valida classe dirigente”.

Così conclude il presidente di Rete civica per le infrastrutture Catania: “Noi vogliamo far sentire la nostra voce, vedremo la politica e le Istituzioni che risposte vorranno dire”.

Il programma del convegno prevede: saluti del presidente di Rete civica, Fernando Rizzo, e del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Vi sarà, poi, l’introduzione del presidente di Rete civica Catania, Giuseppe Spampinato, e quindi gli interventi: prof. Rocco Giordano su La Logistica, strumento di crescita della Sicilia, prof.ssa Francesca Moraci su Il ruolo del Sud nel panorama euromediterraneo, ing. Carlo De Vito su La funzione di Ferrovie nel processo di sviluppo della Sicilia.

Seguirà una tavola rotonda condotta da Giovanni Mollica di Rete civica, con la partecipazione di: Enzo Bianco, sindaco di Catania, Roberto Lagalla, componente del CdA del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Nello Musumeci, presidente Commissione Antimafia Regione siciliana, Tania Paternò La Via, presidente Italia Nostra Catania, Giovanni Pistorio, assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità Regione siciliana, Enzo Siviero, Rettore Università telematica eCampus. Conclusioni di Tony Zermo, giornalista de La Sicilia.

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