Un cittadino marocchino di 35 anni, Mohamed Belkamoun, nella mattinata di oggi ha fatto irruzione all’interno della divisione di Polizia amministrativa e sociale della questura, minacciando di morte gli agenti in servizio.
L’aggressione verbale, immotivata e improvvisa, ha colto di sorpresa anzitutto l’utenza presente nell’ufficio, che ospita gli sportelli dell’Ufficio passaporti e dell’Ufficio immigrazione, ma ha anche destato l’attenzione del personale di sicurezza che ha immediatamente tentato di bloccare e controllare l’esagitato.
Ai primi passi degli agenti, però, il marocchino ha fatto dietro front, uscendo di gran carriera dall’edificio per trovare scampo, in fuga, lungo il viale Africa; il tutto con tre agenti che lo inseguivano da vicino.
Improvvisamente, Belkamoun ha interrotto la sua corsa e ha ingaggiato un corpo a corpo con i poliziotti che tentavano unicamente di bloccarlo: la furia del marocchino, che ha colpito con un pugno al volto uno dei due agenti, ferendo l’altro con un calcio alla mano che ha procurato una frattura del metacarpo, ha avuto termine solo allorquando gli sono state strette la manette ai polsi.
In questura, l’uomo non ha fornito nessuna spiegazione sul suo agire.
Gli accertamenti condotti nell’immediatezza, anche a cura della Digos, fanno ricondurre le motivazioni del gesto al rigetto di un permesso di soggiorno richiesto dall’uomo anni or sono, per ottenere il quale Belkamoun aveva persino fatto ricorso a un matrimonio fittizio. Per questo motivo, nel 2013, era stato destinatario di un provvedimento di espulsione e trattenuto presso un C.I.E. dal quale è stato dimesso con un ordine di lasciare il territorio nazionale.
Adesso il marocchino si trova rinchiuso nel carcere piazza Lanza, in attesa della convalida dell’arresto; mentre i poliziotti, costretti a far ricorso al pronto soccorso, sono stati refertati: il più grave ne avrà per almeno 30 giorni.
Per l’uomo, appena definita la posizione processuale, verrà avviata la procedura per l’espulsione dal Territorio Nazionale.