“L’accordo Stato – Regione del dicembre scorso, che avrebbe dovuto rimettere in sesto i conti della Regione si sta rilevando un bluff. Lo Stato, infatti, quello che dà con la mano destra lo toglie con la sinistra”.
A denunciarlo è la Cgil Sicilia attraverso il segretario generale, Michele Pagliaro. “I conti sono presto fatti. Con una stima sui redditi regionali del 2015, la Regione incasserebbe dallo Stato 4,2 miliardi nel 2016, 5 mld nel 2017 e 5,3 miliardi nel 2018. Il prelievo dello Stato passerebbe da 3,6 miliardi del 2016 a 2,2 del 2018. Una differenza di 1,4 miliardi in meno compensata però dal prelievo forzoso che con l’ultima Legge di Stabilità lo Stato estende al 2020 che è superiore a 1,5 miliardi”.
Della “incongruenza” si è accorto anche il governo regionale che il 15 febbraio ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il comma 528 della Legge di stabilità 2017. “Il governo nazionale – dice Pagliaro – pare che faccia il gioco delle tre carte, come se non ci fosse piena consapevolezza della gravità della crisi finanziaria in Sicilia. IL nostro auspicio è che la Regione vada fino in fondo e faccia valere i suoi diritti”.