A Catania i senza tetto continuano a dormire per strada, senza alcun riparo e in condizioni di grave disagio, mentre il dormitorio pubblico a bassa soglia – richiesto da anni – resta ancora un progetto incompiuto. A denunciare l’inerzia e a dare notizia dell’ultimo incontro con l’amministrazione comunale è la Rete delle associazioni e organizzazioni sindacali che da tempo portano avanti le istanze sull’accoglienza delle persone senza fissa dimora.
Nei giorni scorsi una delegazione della Rete ha organizzato un confronto con l’assessore comunale ai servizi sociali, Bruno Brucchieri, nei locali della Chiesa del Crocifisso della Buona Morte. L’incontro ha segnato un passaggio importante ed è stato giudicato dalle associazioni “un inizio positivo” ma non ha ancora prodotto risultati concreti, e soprattutto – come spera la Rete- immediati. L’assessore ha assunto alcuni impegni – spiegano le associazioni – tra cui l’apertura di un confronto permanente sulla tematica, l’accelerazione della gara per il nuovo dormitorio e la verifica dell’utilizzo provvisorio della struttura di via Eredia. Ma per ora restano soltanto parole”.
La richiesta è chiara: l’apertura di un dormitorio pubblico facilmente raggiungibile, situato in una zona centrale della città, per garantire accoglienza dignitosa a chi vive per strada. “Troppi uomini, donne e famiglie continuano a essere invisibili – denunciano – e sembra quasi che si preferisca ignorarli, per poi considerarli un problema di decoro urbano”.
Catania ha ricevuto finanziamenti specifici per fronteggiare il disagio abitativo e sociale, ma l’assenza di risposte concrete è ormai intollerabile. “Una città non può dirsi civile se abbandona chi è più fragile”, sottolineano.
Fanno parte della Rete: SUNIA, Sicet, Uniat, Asia-USB, OULP (Osservatorio urbano e Laboratorio politico per Catania), LHIVE Diritti e Prevenzione, ARCI Catania, Associazione Penelope Coordinamento Solidarietà Sociale ETS, La Città Felice, Rete La Ragnatela, Rete catanese Restiamo umani/incontriamoci, Cooperativa di Comunità Trame di Quartiere, Associazione Casa della Mercede dei Cavalieri della Mercede, Catania Risorge, Catania Più Attiva, Centro Astalli, UDI.
Le organizzazioni confermano che la mobilitazione andrà avanti: “Continueremo questa vertenza fino a quando non sarà garantito a tutti un rifugio, condizione minima per parlare davvero di città solidale”.