Catania, verso il gestore idrico unico: tempi lenti per completare l’iter in vista della scadenza dell’aprile 2026

Magno (Filctem): “Sarebbe più utile rifare una gara adeguata ai tempi necessari”

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Il limite di tempo massimo affinché l’ATI idrica e la società SIE trasferiscano tutte le gestioni al gestore idrico unico è l’ aprile 2026, ma al momento è stato solo firmata la convenzione di gestione con l’ATI. 

Mancano ancora ben cinque obiettivi da raggiungere entro sedici mesi per completare l’iter. Ma proprio perché solo per ottenere la prima firma sono stati impiegati 30 mesi, la Filctem Cgil di Catania interroga le istituzioni se sia ancora percorribile l’affidamento ad un gestore unico dopo 20 anni dalla gara e senza alcuna certezza sui tempi di avvio.

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Il segretario generale del sindacato, Jerry Magno, chiede dunque all’assessorato regionale all’Energia, se non sia più utile “azzerare tutto, ossia mettere gli attuali gestori nelle condizioni di garantire in maniera efficiente almeno la gestione ordinaria e la programmazione di investimenti e nel frattempo rifare una gara adeguata ai tempi”.

Lo scorso novembre, inoltre, è intervenuta l’ennesima sentenza del TAR che, dando ragione al ricorrente (ANCE), riporta i valori dei lavori da eseguire all’originario importo previsto dalla gara del 2005 e dal Piano d’ambito del 2002, visto che tali valori erano stati modificati nella convenzione firmata tra ATI e SIE nel 2024 e che la modifica di quanto previsto in sede di gara, ad avviso del TAR, non poteva essere fatta.

I passaggi ancora mancanti per il gestore unico sono dunque la predisposizione di un piano industriale, l’individuazione con certezza dei gestori che possano trasferire il servizio al gestore unico nonché i criteri per predisporre il cronoprogramma per il trasferimento di impianti, reti e dipendenti. Bisogna anche stabilire  il valore di subentro da corrispondere ai precedenti gestori al momento del trasferimento, e l’avvio della gestione del servizio unico in tutto l’ambito territoriale della provincia di Catania, migliorandone l’efficienza nella gestione.

Il segretario generale Jerry Magno chiede inoltre “se esiste una garanzia di una capacità finanziaria che potrebbe aggirarsi anche sui 50 milioni di euro solo per corrispondere il valore di subentro ai vecchi gestori, se  la struttura del personale occorrente individuata 20 anni fa sia ancora adeguata, se il business della produzione di acqua dai pozzi rischia di restare in mano a privati da cui il nuovo gestore dovrà necessariamente acquistare l’acqua occorrente per la distribuzione idrica ai cittadini, se gli attuali gestori hanno chiaro con quale programmazione, risorse e professionalità dovranno gestire l’ordinario servizio in maniera efficiente per tutti i cittadini. Un altro aspetto che al momento non è chiaro, riguarda chi pagherà le nuove professionalità necessarie e come faranno gli attuali gestori a garantire un buon servizio in questo periodo transitorio. Infine un altro grande interrogativo è legato al fatto del perché il nuovo gestore (SIE SpA) non abbia ancora avviato la gestione e chi rimborserà ai cittadini  quei finanziamenti pubblici (PNRR compreso) disponibili per migliorare il servizio pubblico, e che in questa situazione di stallo nel frattempo vengono persi”.

Per la Filctem Cgil di Catania si tratta di dubbi complessi ma legittimi. Senza risposte concrete sarà impossibile assistere alla nascita di un gestore  unico.

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