Violenza sulle donne, Unict aderisce alla “Rete” dell’Area metropolitana di Catania

Il rettore Priolo ha firmato l’adesione dell’Ateneo al network di enti e associazioni che dal 2008 mettono in campo azioni di contrasto alla violenza verso le donne e i minori

- Pubblicità -

L’Università di Catania ha aderito ufficialmente alla Rete antiviolenza dell’Area metropolitana di Catania e dei Comuni di Randazzo, Adrano, Paternò, coordinata dall’associazione “Thamaia – onlus”. La firma dell’intesa si è svolta giovedì pomeriggio nell’aula ‘Muscatello’ del Palazzo centrale, nel corso della periodica riunione della “Rete” che dal 2008 riunisce diverse istituzioni ed enti privati operanti nel territorio della provincia di Catania, impegnati sul tema del contrasto alla violenza verso le donne e i minori e della differenza di genere.

Del network fanno già parte, tra gli altri, la Procura della Repubblica di Catania, l’Arma dei Carabinieri, la Questura di Catania, la Polizia postale e delle comunicazioni, l’Ufficio di servizio sociale per i Minorenni di Catania, la Procura presso il Tribunale dei Minorenni, le aziende ospedaliere Cannizzaro, Garibaldi, Policlinico-San Marco, Asp Catania, l’Ufficio scolastico provinciale, l’Udepe di Catania, i comuni di Catania, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Adrano, Paternò e Randazzo, e alcune associazioni, oltre al dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Ateneo.

- Pubblicità -

«L’ingresso a pieno titolo dell’Università di Catania – ha precisato dopo la firma la presidente di “Thamaia” Anna Agosta, che ha successivamente illustrato il report 2024 della Rete Antiviolenza – rappresenta un nodo fondamentale e ci permetterà di potenziare in maniera strutturale e sistemica le attività, in particolare nell’ambito della prevenzione, dell’informazione e della ricerca». «Tutti dobbiamo fare di più e dobbiamo fare meglio su questo fronte – ha sottolineato il rettore Francesco Priolo, citando le statistiche legate ai femminicidi e agli altri episodi di violenza di genere -, soprattutto per prevenire il fenomeno all’interno degli ambienti universitari noi stiamo mettendo a frutto il ruolo e le mansioni della Consigliera di fiducia e garantiremo il massimo supporto alla Rete attraverso iniziative di formazione e sensibilizzazione, mettendo a disposizione locali, supportando i percorsi delle donne vittime di violenza con servizi di ricerca, studio, formazione, consulenza».

Uno di questi progetti, già finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza Consiglio dei Ministri – ha ricordato poi la delegata alle Pari opportunità d’Ateneo Adriana Di Stefano -, si chiama “Futurae” ed è stato presentato insieme da Unict, Thamaia e dall’A.O. Cannizzaro. Tra gli obiettivi dichiarati ci sono il potenziamento e l’implementazione della rete antiviolenza territoriale e il miglioramento degli standard procedurali di presa in carico integrata delle donne vittime di violenza, la sperimentazione di modelli innovativi di accoglienza in emergenza, la realizzazione di indagini esplorative sui percorsi civili delle donne e la previsione di strumenti di prevenzione e tutela volti a ridurre fenomeni di vittimizzazione secondaria delle donne e dei minori.

- Pubblicità -