L’importanza della sostenibilità sociale per le aziende è sempre più evidente e oggetto di attenzione per il legislatore europeo, come dimostrano due recenti direttive europee. Queste normative non solo richiedono maggiore trasparenza e responsabilità, ma pongono anche la sostenibilità sociale al centro delle strategie aziendali. In questo articolo, esploreremo due direttive chiave: la Direttiva (UE) 2022/2464 e la recente Direttiva (UE) 2024/1760, evidenziando come esse promuovano la sostenibilità sociale come pilastro fondamentale delle imprese e quindi dello sviluppo europeo.
La Direttiva 2022/2464 è stata emanata per migliorare il quadro giuridico europeo sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, essa si allinea con il Green Deal europeo, che mira alla trasformazione dell’Unione Europea in un’economia moderna e competitiva, capace di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 ad esempio. Questa direttiva sottolinea la necessità per le aziende di fornire informazioni pertinenti, comparabili e affidabili sulla sostenibilità, includendo gli impatti sociali delle loro attività. Tale approccio è fondamentale per gestire i rischi finanziari e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva. La rendicontazione deve coprire aspetti ambientali, sociali e di governance, ponendo particolare attenzione alla trasparenza e all’informazione sulla sostenibilità.
La Direttiva (UE) 2024/1760, pubblicata il 10 luglio 2024, introduce un nuovo dovere di diligenza delle imprese per la sostenibilità. Questa normativa impone alle grandi imprese di essere responsabili per gli impatti ambientali e sociali delle loro attività lungo tutta la catena del valore, quindi anche verso l’indotto, rappresentato spesso dalle PMI.
Quando la direttiva sarà recepita dallo Stato con una Legge nazionale (ci sono 24 mesi di tempo) le aziende dovranno implementare sistemi di gestione e controllo dei rischi per prevenire e minimizzare gli impatti negativi. La direttiva stabilisce infatti obblighi di diligenza comprendenti l’integrazione della due diligence nelle politiche aziendali, la mappatura delle attività proprie e dei partner commerciali, la valutazione e prevenzione degli impatti negativi, la creazione di piani di azione e il coinvolgimento degli stakeholder. Le aziende dovranno anche monitorare l’efficacia delle politiche adottate e rendicontare pubblicamente i risultati.
Entrambe le direttive pongono un’enfasi particolare sulla sostenibilità sociale come pilastro fondamentale delle aziende. La sostenibilità sociale implica la protezione dei diritti umani, la promozione delle condizioni di lavoro dignitose, l’uguaglianza, la non discriminazione e la diversità. Le aziende sono chiamate a garantire che le loro attività non causino danni sociali e a promuovere il benessere delle comunità e dei lavoratori coinvolti.
La rendicontazione di sostenibilità non è solo una questione di conformità normativa, ma rappresenta anche uno strumento per migliorare il dialogo e la trasparenza con gli stakeholder, costruire fiducia e reputazione e guidare verso un’economia più inclusiva e resiliente. Le nuove normative europee mirano a fare della sostenibilità sociale un elemento integrato e centrale nelle strategie aziendali, contribuendo in modo significativo agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e al Green Deal europeo.
La sostenibilità sociale, quindi, non è solo un obbligo legale, ma una componente essenziale per il successo a lungo termine delle imprese. Investire in pratiche sostenibili significa creare valore per tutti gli stakeholder, anche quelli interni, vale a dire i dipendenti, e contribuire a un futuro migliore per le generazioni a venire.
Bonura Giuseppe Emiliano