Alluvione, Cisl Catania scrive al Prefetto: «Disponibili a misure di sostegno di occupazione ed economia, ma critici verso la mancata programmazione»»

Il sindacato: «Auspichiamo non si perda l’occasione offerta dal PNRR per dare adeguate risposte ai fenomeni atmosferici contro il dissesto idorgeologico»

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«Disponibili ad avviare un confronto immediato anche attraverso le nostre federazioni per sostenere eventuali misure di sostegno al reddito e all’economia del territorio alluvionato, ma critici contro quegli enti locali che avrebbero dovuto progettare attraverso il PNRR – e altre forme di finanziamento comunitario, nazionale e regionale – interventi per la necessaria mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico. Auspichiamo non si perda l’occasione offerta dal Piano nazionale per dare adeguate risposte ai fenomeni atmosferici che, sempre più spesso, causano distruzione e mettono a rischio le persone.

La Cisl di Catania scrive al prefetto Maria Carmela Librizzi, dopo gli ultimi catastrofici eventi meteorologici che hanno interessato le zone ioniche della provincia etnea.

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«In questa prima immediata fase – dichiara Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – offriamo la piena disponibilità della Cisl di Catania e delle sue federazioni di categoria nei confronti dei lavoratori e delle imprese, anche artigiane, di quei territori che hanno subito ingenti danni, ad attivare ogni possibile strumento normativo per garantire forme di sostegno al reddito, oltre che a studiare, attraverso gli enti bilaterali, eventuali azioni che integrino le eventuali richieste di ammortizzatori sociali per sostenere salari ed economia delle zone colpite dal nubifragio». 

«La presunta violenza dei fenomeni atmosferici, però, – aggiunge – non può ancora giustificare l’inerzia e il mancato controllo su questo tema nel territorio provinciale. Semmai, appare naturale interrogarsi su cosa di concreto hanno realizzato amministrazioni locali, Città metropolitana e gli altri enti preposti, che hanno avuto la grande occasione, attraverso il PNRR, e di tutte le risorse indirizzate alla mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico, e di cui, ad oggi, non abbiamo contezza. Non conosciamo progetti che vadano in tale direzione, almeno da quanto appreso dall’ultimo incontro che la Cabina di coordinamento per il PNRR, istituita dalla Prefettura, ha avuto modo di affrontare».

«Chiediamo, in tal senso, al Prefetto che, nella prossima riunione della Cabina di regia, vengano analizzati quei progetti presentati e “cantierati” legati al tema del contrasto al dissesto idrogeologico e al recupero delle acque meteoriche. Quanto accaduto nei giorni scorsi è il risultato di anni e anni di una mancata politica gestionale del sistema idraulico e della gestione delle risorse acquifere, che invece avrebbe necessità di studi e interventi urgenti e di sistema. Eppure a gennaio di quest’anno la Regione siciliana aveva varato il nuovo piano delle acque, ma ad oggi non ci risulta che siano state applicate le disposizioni previste.

«Un’ulteriore richiesta – continua Attanasio – riguarda un’attenzione specifica da dedicare, nell’ambito del Coordinamento delle progettualità PNRR, a quegli interventi strutturali presentati dalle amministrazioni locali, verificandone lo stato di attuazione o, altresì, l’esecuzione. E chiedere agli enti interessati le motivazioni sottese a quei progetti “retrospettivi”, quali sono state le difficoltà riscontrate».

«Se effettivamente ci ritrovassimo in questa ultima analisi – avverte il segretario della Cisl catanese – sarebbe alquanto grave che chi ha responsabilità amministrative e di governo non abbia levato alta la voce per chiedere aiuto e dare risposte alle legittime attese di sicurezza delle loro comunità».

«A questo punto – conclude Attanasio – al tavolo della prossima Cabina chiederemo di conoscere uno per uno i progetti presentati, circa 3000 di cui solo 270 accompagnati da finanziamento, e gli ambiti interessati. Solo così potremo sapere che cosa è stato fatto e che cosa è possibile ancora fare per rimediare.

Diventa infatti indispensabile avere contezza di tutti quei 3000 progetti presentati a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non dimenticando la straordinarietà dei finanziamenti previsti dall’Unione Europea e nemmeno che parte di questi dovranno essere restituiti attraverso il debito pubblico. Sarebbe una ulteriore beffa, oltre che un danno per tutti i cittadini della nostra provincia».

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