“Tre anni fa, dopo un solo un episodio di maltempo, Catania contò ben tre vittime e la città invocò da più parti soluzioni immediate. La Cgil e molte altre forze sociali chiesero che fine avessero fatto il canale di gronda e il collettore B, che forse avrebbero potuto arginare i danni subiti. Ancora oggi sappiamo poco a proposito di come e quando le nuove infrastrutture annunciate dal Comune saranno attivate.
Ieri la pioggia battente non ha causato perdite umane ma ha messo a rischio persone e cose, ha provocato danni e bloccato la nostra città. Il clima è cambiato velocemente ma Catania resta invece ingabbiata nella sua straordinaria lentezza a reagire al rischio idrogeologico così come alla fragilità sociale. La città deve ancora riprendersi dalla pioggia di cenere vulcanica i cui residui non sono stati adeguatamente rimossi, soprattutto a livello di tombini, e questo complica ulteriormente le cose.
I vertici e le belle parole non bastano, al Comune così come al Governo regionale e nazionale.
I cittadini hanno il diritto di capire cosa si sta facendo per arginare episodi come quello di poche ore fa, con dati e scadenze alla mano. Tutto il resto è solo inutile propaganda”.
Carmelo De Caudo, segretario generale Cgil di Catania