“Sollecitiamo l’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana a venire in V Commissione all’Ars per confrontarci sui temi dell’interpellanza che abbiamo presentato in merito alla necessità di porre in essere tutti i provvedimenti necessari al finanziamento del progetto e al celere avvio degli interventi conservativi necessari alla tutela e alla valorizzazione del Memoriale di Portella della Ginestra, bene dichiarato di interesse culturale particolarmente importante ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004”. Lo dicono Fabio Venezia, deputato del Pd all’Ars e Valentina Chinnici, deputata del Pd all’assemmblea regionale siciliana e vice presidente della V Commissione cultura, nel giorno in cui il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il presidente dell’Albania Bajram Begaj hanno deposto una corona di fiori al memoriale.
“Il Memoriale – si legge nell’interpellanza – è un’opera di impegno civile – realizzata tra il 1979 e il 1980 da Ettore de Conciliis, con la collaborazione del pittore Rocco Falciano e dell’architetto Giorgio Stockel – in ricordo della strage del primo maggio 1947, consumata per mano del bandito Salvatore Giuliano e dei suoi uomini, armati da forze reazionarie e mafiose, e durante la quale morirono 11 persone e ne furono ferite 27 fra i contadini e loro familiari riuniti per celebrare la festa dei lavoratori e manifestare contro il latifondismo e in favore dell’occupazione delle terre incolte”.
“L’organizzazione sindacale Cgil Palermo e l’Associazione Portella della Ginestra – continua il documento – ha nei giorni scorsi, attraverso una lettera, lanciato un appello all’Assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana per rappresentare la necessità di avviare e concludere nel più breve tempo possibile gli interventi conservativi in tutela del sito per i quali l’Amministrazione regionale si era assunta l’impegno nel corso del convegno, tenutosi in data 3 maggio 2023 presso Palazzo dei Normanni, avente ad oggetto il recupero, il restauro e la valorizzazione dell’opera”.
“Nello specifico – conclude l’interpellanza – gli scriventi hanno segnalato la presenza di “lesioni nelle pietre e nelle basi in cemento, incrostazioni, macchie nelle sculture, infiltrazioni. Alcuni dei menhir che indicano i posti dove caddero le vittime della banda Giuliano, sono inclinati. Il muro a secco che taglia lo spazio riproducendo la traiettoria degli spari perde pezzi”, denunciando, per di più, che allo stato attuale non risulta né definito né finanziato alcun progetto di recupero e di restauro”.