Venerdì 18 ottobre, alle ore 20:30, al Roots, in via Giuseppe Borrello 73, a Catania, ci sarà lo spettacolo ‘Il Paese nelle mani’, prodotto dalla compagnia toscana Teatri d’Imbarco.Rappresentazione teatrale all’interno del cartellone Rigenerazioni.
Lo spettacolo ripercorre tutto d’un fiato la cronaca delle stragi del biennio 1992-1993, la sua produzione nasce dopo attente ricerche d’archivio in stretta collaborazione con l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili e che ha visto una prima lettura scenica il 27 maggio 2021 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze in occasione del 28° Anniversario della strage.
Il testo e la regia è a cura di Nicola Zavagli che in una nota di regia mette in evidenza come: “La verità della storia la devi cercare nei mille processi di giustizia, i cui atti sono dentro quei faldoni conservati negli archivi della nostra memoria civile. Diamo voce a quelle carte. Raccontiamo quelle verità, anche scomode, anche ambigue, anche dolorose. Cerchiamo la verità della storia fino alla fine, senza stancarci mai”.
Continua Zavagli: “La nostra storia potrebbe iniziare dal Potere del Principe, dall’eterna criminalità dei potenti. Quelli che Dante cacciava con rabbia all’Inferno e di cui Machiavelli teorizzava la cinica strategia. O se volete, potrebbe partire dallo sbarco dei Mille, con la mafiosità di latifondisti padroni di terre troppo sterminate. Oppure dallo sbarco in Sicilia degli alleati nella Seconda guerra mondiale con gli accordi tra americani, Cosa nostra, servizi segreti. Oppure da Portella della Ginestra. Anno 1948. Si torna finalmente a festeggiare il Primo maggio dei lavoratori con le bandiere rosse. Un eccidio di contadini. Prima strage della nostra prima Repubblica. Una Repubblica fondata sul lavoro, recita la costituzione. E sulle stragi. Non vorremmo dirlo, ma lo diciamo. Mafia e politica iniziano da allora a frequentarsi pericolosamente”. In scena Beatrice Visibelli.
Antonella Caldarella e Steve Cable mettono in evidenza come “Le rappresentazioni teatrali possono essere degli atti di denuncia verso una società sempre più distorta. Attraverso di esse si mettono a nudo eventi che hanno cambiato il corso della storia degli individui e dei cittadini. Per questo motivo abbiamo voluto questo spettacolo all’interno della nostra rassegna per offrire al nostro pubblico un modo di fare teatro ‘diverso’ che si trasforma in un’orazione civile, di denuncia”.