Dal debutto a Catania, al Cortile Platamone, nell’ambito della seconda edizione del Mitoff Catania Festival, il festival del teatro classico e del mito ideato e diretto da Salvatore Guglielmino e finanziato dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, patrocinato dall’assessorato al Turismo della Regione Siciliana e promosso dal Comune di Catania Assessorato alla Cultura, l’appplaudità pièce “Pirandello Segreto” scritta dalla sapiente mano di Maricla Boggio ed interpretata dall’attore e doppiatore Ennio Coltorti, autore anche della regia, e da un’intensa Laura Lena Forgia vola a Roma al Teatro Arcobaleno in scena dal 7 novembre.
“Ho uno stretto legame con la Sicilia e con Catania- spiega Ennio Coltorti- e sono stato davvero entusiasta di quest’ennesima dimostrazione di stima e d’affetto del pubblico catanese da sempre attento conoscitore della storia del teatro”.
Il più grande drammaturgo del 900, colui che è riuscito a far raccontare sulla scena i diversi stati d’animo ai suoi personaggi verrà per la prima volta analizzato e messo a nudo in prima persona attraverso la sua stessa vita. In una scena essenziale Coltorti presta cuore ed anima a Pirandello al punto tale che è difficile riconoscere dove e quando inizia l’attore o il personaggio, poiché riesce a creare una particolare osmosi con i sentimenti raccontati sulla scena e vissuti attraverso la magistrale interpretazione dell’attore.
“L’iniziativa culturale del regista e attore Salvatore Guglielmino- continua Coltorti- è, in un momento così difficile per la cultura, un grande esempio di voglia di fare e di non arrendersi a questa stasi culturale che stiamo attraversando”.
Raccontare il rapporto tra il premio Nobel agrigentino e la sua musa ispiratrice Marta Abba- come ha spiegato Ennio Coltorti- si basa sull’intenso ed appassionante epistolario tra i due protagonisti, dove insieme all’amore contrastato, elemento centrale del loro dialogo, il problema del teatro e dell’arte soffocati dalla meschinità del clientelarismo e della politica occupa un ruolo determinante mentre su tutto aleggia lo spettro della seconda guerra mondiale che da lì a poco distruggerà ogni cosa.
Resta insoluto il mistero del reale rapporto fra i due, ma risulta evidente il dramma di un amore nello stesso tempo potente e sconvolgente che non può non conquistare anche lo spettatore più scettico e indolente.
“Molti ricordi professionali ed umani sono legati alla Sicilia- conclude Coltorti subito dopo la messa in scena catanese- come il successo della rappresentazione della “Cavalleria Rusticana” con Lina Sastri e Giuseppe Pambieri o “I Malavoglia” con tanti bravi e giovani attori del luogo, senza dimenticare le diverse direzioni del Tao Arte e i relativi biglietti d’oro conquistati come regista teatrale. La Sicilia è un po’ la mia seconda casa”.