Sono Maria Chiara Bruno, Cristina Bucciaglia, Dario De Biaggio, Valeria Limongi e Irene Occhipinti, quattro studentesse e uno studente provenienti da Catania, Napoli, Roma, Milano, i giovani vincitori della quarta edizione di “Young photographers from Italian Academies”, promossa e organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Catania e dal Ragusa Foto Festival. Ai cinque progetti vincitori è dedicata la mostra che dal 28 settembre al 27 ottobre 2024, prodotta da Ragusa Foto Festival, sarà aperta al pubblico a Ragusa Ibla nelle sale di Palazzo Cosentini. Durante la serata inaugurale, la giuria conferirà il premio in denaro messo a disposizione dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa. Inoltre, anche quest’anno sarà assegnato il Clou Prize che permetterà a uno dei cinque vincitori di esporre il proprio progetto in una personale negli spazi della galleria Clou.
Tra le mura dell’Antico Convento ai Giardini Iblei di Ragusa Ibla, dopo un’accurata e meticolosa selezione tra i dodici finalisti, la giuria, composta da autorevoli critici ed esperti del settore, ha scelto i cinque progetti fotografici ispirati al tema Prendersi una Pausa, al centro della dodicesima edizione del Ragusa Foto Festival, per l’originalità della proposta tematica, per la ricerca delle tecniche espressive, per la profondità delle analisi visive. E ancora, per l’uso poetico della tecnologia e per la qualità realizzativa.
Una scelta non semplice per la grande qualità dei progetti presentati, quella da parte della giuria, presieduta da Gianluigi Colin artista, art director, critico d’arte e cover editor de “La Lettura” del Corriere della Sera, Rosario Antoci artista, docente ABACT Catania, membro del comitato scientifico del Festival e coordinatore del progetto, Benedetta Donato, curatrice e direttore RCA – Romano Cagnoni Award, membro del comitato scientifico e presidente della giuria del Premio Miglior Portfolio del Ragusa Foto Festival, Lucia Miodini storica della fotografia e docente Università di Parma, in rappresentanza di SISF; Federica Battaglia, Galleria Clou di Ragusa e Armando Romeo Tomagra, fotografo e docente di ABACT Catania.
Questi i profili dei 5 vincitori e la sinossi dei loro progetti:
Maria Chiara Bruno (Mazzarino, 1996)
Maria Chiara vive e lavora a Catania dove frequenta il Biennio in Fotografia all’Accademia di Belle Arti. La sua riflessione artistica, pur partendo dall’immagine fotografica, risponde all’esigenza di dare bidimensionalità e profondità all’immagine per una fruizione di maggiore spessore emotivo. Il lavoro premiato ha come titolo (Ar)resto: Si tratta di una serie di 12 scatti raffiguranti, in maniera volutamente poco nitida, donne o meglio madri con i loro bambini che vivono in zone di guerra in varie parti del mondo. Ciascuna immagine è caratterizzata da una ricostruzione della silhouette dei soggetti fotografati attraverso aghi che ruotano come lancette dell’orologio. «In un’epoca in cui siamo abituati a vedere troppo, senza guardare, lo scopo del mio lavoro è colpire lo sguardo, la mente e il cuore».
Cristina Bucciaglia (Napoli, 1997)
Si chiama Ciroammare il premiato reportage di Cristina Bucciaglia dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli- Fotografia per la Comunicazione: un lavoro che colpisce per la sonorità visiva delle immagini, intrise di un verismo appassionato e ironico. «Presso la Colonna spezzata in via Caracciolo di Napoli, nella stagione estiva, le poche decine di metri di asfalto a ridosso del mare vengono trasformate dai frequentatori del posto in un lido balneare autogestito in cui poter vivere la propria vacanza in totale svago e distensione dalla frenetica routine della vita metropolitana» spiega l’autrice. Lo sguardo di Cristina ricostruisce un affresco popolare vivace di grande umanità e delicata verità.
Dario De Biaggio ( Roma, 1995)
Prodotto durante il corso di fotografia 2 del biennio specialistico in fotografia per l’editoria dell’Accademia di Belle Arti di Roma, il lavoro di Dario è un sofisticato tentativo di catturare il movimento del vento in un frame statico che tuttavia restituisca allo sguardo la potenza cinetica del soffio. Scattate in bianco e nero, le fotografie del progetto Quando finisce il vento sono di fatto un omaggio alla natura e alla sua potenza. «Con il vento la terra arriva a vivere veramente, i venti costituiscono il sistema nervoso e circolatorio del pianeta, distribuiscono ovunque energia e informazioni, danno calore e vita, formando qualcosa a partire dal niente» questo il pensiero del giovane creativo che ha corredato il suo lavoro anche di video molto suggestivo con la riproduzione uditiva del vento tra le canne, tra le onde, tra le foglie degli alberi.
Irene Occhipinti (Roma, 1996)
Appassionata di fotografia, Irene frequenta il terzo anno all’Accademia di Belle Arti Rufa di Roma. La sua propensione al racconto visivo si sposa con una forte personale sensibilità estetica: il suo lavoro Non mi ricordo più, vincitore del contest, riflette sulla perdita della memoria dovuta al sovraffollamento di notizie che riempiono la nostra mente. Ne scaturiscono immagini metaforiche che rimandano al labirinto del nostro cervello, alla vulnerabilità della memoria e al caos di informazioni, rappresentato dalla sovrapposizione di lettere.
Valeria Limongi (Maratea, 1995)
Del corso di Astronomia frequentato da Valeria presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna si hanno traccia nei suoi lavori che guardano, non a caso, al cielo, alle stelle e alla luce lunare. Vincitrice di vari premi, studiosa e meticolosa ricercatrice, Valeria frequenta il biennio di Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. L’opera vincitrice di questo contest si chiama Did’t know what time it was un racconto onirico di paesaggi, di nature ancestrali realizzato attraverso le atmosfere della notte. Sullo sfondo il blu dei cieli che incanta e fa sognare.
La mostra è a cura di Rosario Antoci e tutti i lavori dei dodici finalisti saranno pubblicati nel catalogo “Young Photographersfrom Italian Academies #4” prodotto dall’Accademia di Belle Arti di Catania, sempre a cura di Rosario Antoci, artista e docente presso ABACT con il progetto grafico del direttore dell’Accademia, Gianni Latino.
COMUNICATO STAMPA