Piazza Armerina (EN) – In queste ultime settimane il dibattito politico sullo “Ius Scholae” si è fatto serrato ed è tornato a far parte dell’agenda politica dell’Italia. Da anni, infatti, si attende un testo riforma della legge delle cittadinanza, in particolare l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un ciclo di studi. Anche se nelle ultime ore “Ius Scholae” ha subito una battuta di arresto perfino da Forza Italia, partito che l’aveva proposta. Lo “Ius Scholae” è un’opportunità di civiltà e di uguaglianza per tutti quei minori che nascono e crescono nel nostro Paese.
“Non mi capita spesso di elogiare un partito politico ma ritengo il rilancio dello “Ius Scholae” operato da Tajani sia un grande passo in avanti alla politica buia di questi anni di grande regressione sui diritti umani e civili. Lo “Ius Scholae” faciliterebbe il diritto alla cittadinanza italiana di numerosi ragazzi e ragazze che adesso, con le norme attuali risulta complicato e quasi inarrivabile. Anche se mi amareggia vedere come sia arrivata rapidamente una battuta di arresto per una proposta di sviluppo e di crescita”, commenta Agostino Sella, presidente dell’Associazione Don Bosco 2000.
Bloccare lo “Ius Scholae” significherebbe fare un passo indietro di umanità. Infatti, Agostino Sella ribadisce che: “Lo Ius Scholae è una questione di giustizia e di civiltà: chi nasce o cresce qui, frequenta le nostre scuole e condivide i nostri valori, dovrebbe avere il diritto di essere cittadino italiano a tutti gli effetti. Ma questa riforma non riguarda solo i diritti individuali, riguarda anche il futuro del nostro paese. Significherebbe far diventare italiani circa 600.000 nuovi giovani cittadini, una “città” intera quanto Palermo. Significherebbe contrastare il declino demografico e portare nuova linfa a un paese che invecchia sempre più velocemente. Questi giovani, già parte integrante della nostra società, rappresentano una risorsa preziosa.”
Ancora una volta una proposta di sviluppo umano nel nostro Paese subisce una battuta di arresto, perché in gioco ci sono gli equilibri precari delle forze di maggioranza. Lo “Ius Scholae” non è un argomentino da niente, ma è un punto di partenza per cambiare il paese rendendolo accogliente e accessibile, in particolare la Scuola che per eccellenza è luogo di crescita, sviluppo e creatività. “Mi auguro che questa proposta non vada nuovamente nel dimenticatoio perché è necessario pensare al futuro dell’Italia con responsabilità e lungimiranza. Tutti insieme lottiamo ed andiamo avanti verso un’Italia più inclusiva, giusta e capace di guardare al futuro”, conclude Agostino Sella, presidente dell’Associazione Don Bosco 2000.