L’Italia che nessuno racconta: le prossime sfide da affrontare, oltre il gossip Sangiuliano/Boccia – Così è (se vi pare) #17

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Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hasthag Sicilia “Così è (se vi pare)“.

Poiché non ci vediamo da più di un mese, forse sarebbe utile soffermarci su qualcuno dei tanti accadimenti del mese di agosto.
Ma non lo faccio perché non potrei esimermi dal dire qualcosa sulla “love story” tra la signora Boccia e l’ormai ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

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Una vicenda che da qualche settimana occupa le pagine di giornali e rotocalchi che hanno raccontato, per filo e per segno, il modo in cui è avvenuto l’approccio tra l’ex ministro e l’imprenditrice, il ruolo che questa ricopriva dentro il ministero, chi pagava le spese per i trasferimenti in giro per l’Italia, la prolusione a Rai Uno dell’ex titolare del dicastero della cultura accompagnata dalle scuse alla moglie e dalle lacrime, le dimissioni presentate al capo del governo, una prima volta respinte, e poi accettate.

Visto quindi che si è parlato di tutto – (anche delle indagini che dovranno essere fatte sull’operato dell’ex ministro, delle querele che sono state da lui annunciate e della fuga precipitosa della signora Boccia dalla trasmissione diretta da Bianca Berlinguer-), io non aggiungo altro.

Per non tagliarmi del tutto la lingua se mi permettete su questa vicenda vorrei porre un interrogativo al governo e fare un auspicio. La domanda è: come è possibile che nessuno sia accorto che l’ormai ex ministro con quel tipo di barba avrebbe fatto impazzire le donne, molto di più del compianto Alain Delon?

L’auspicio è che il ritiro nel convento francescano dell’ex ministro e della moglie serva almeno a salvare il matrimonio.

Ma restando sul tema del governo debbo confessarvi che qualche giorno addietro sono rimasto colpito, favorevolmente, dal piglio e dai contenuti delle performance della presidente Meloni prima nella trasmissione del giornalista Del Debbio e poi a Cernobbio, nella località dove si tiene ogni anno il conclave della “crema” dell’imprenditoria italiana, il luogo dove si decidono le scelte economiche del Paese, ovviamente dopo aver “sentito“ gli esponenti dei partiti che accettano di sedersi a quel tavolo.

Il presidente, o la presidente Meloni, dopo aver archiviato la vicenda che ha messo in subbuglio le cancellerie del G7 e in forte imbarazzo il governo, e dopo aver dato una lezione di galateo alla signora Boccia, si è soffermata sui risultati del suo governo.

Ha parlato di quell’Italia “che nessuno racconta“ per dirla con un’espressione coniata dal maggior quotidiano del Sud, Il Mattino, sostenendo a questo proposito:

  • Primo: che il Prodotto interno lordo dell’Italia è cresciuto dopo la pandemia di più di quanto sia cresciuto in Francia, Regno Unito , Germania. Cosa assolutamente vera considerato che alla data del secondo trimestre 2024 rispetto al IV trimestre ha fatto registrare un + 4,7 per cento, mentre la Francia si è fermata al 3,8 per cento e il Regno Unito e la Germania si sono attestati rispettivamente al 2,3 e allo 0,3 per cento.
  • Secondo: che il nostro Paese è diventato il 4° paese esportatore mondiale di beni (316 miliardi di euro in 6 mesi), grazie anche all’apporto arrivato dal Sud che ha fatto registrare una crescita del 68 per cento, superiore a quella italiana che è stata del 57 per cento. Cosa anche questa vera visto che prima di noi ci sono solo la Cina (1.572 miliardi), gli Stati Uniti (945 miliardi), la Germania (801 miliardi).
  • Terzo: che il Belpaese fa registrare l’inflazione più bassa tra i paesi del G7 (0,8 per cento). E anche questo è vero visto che Francia e Germania hanno un’inflazione del 2,2 per cento, il Canada del 2,7 il Giappone e il Regno Unito del 2,8, gli Stati Uniti del 3 per cento.
  • Quarto e ultimo dato ricordato dalla premier: è quello relativo al tasso di disoccupazione che in Italia si è ridotto, rispetto al 2023 del 2,7 per cento, una percentuale più alta di quella degli altri Paesi del G7; e anche questo è vero  Anche se c’è da dire che l’occupazione è cresciuta solo nel terziario, si è ridotta nell’industria e sono diminuite le ore lavorate.

Ma se tutto questo è vero, e non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo, così come non ho nessuna difficoltà ad ammettere che su alcuni di questi risultati c’è l’impronta del governo, è anche vero che la presidente Meloni avrebbe dovuto dire qualcosa su come intende affrontare alcune questioni cruciali per il presente e per il futuro del Paese, come, per fare qualche esempio:

  • sull’ occupazione femminile, che è la più bassa d’Europa;
  • sull’esigenza di investire di più nella scuola, visto che noi non andiamo oltre il 4 per cento del Pil , mentre la media degli altri Paesi a sviluppo industriale avanzato si attesta al 4,9 per cento e che gli stipendi degli insegnanti sono aumentati con il rinnovo del contratto del 5,8 per cento contro il 28 per cento degli altri Paesi.
  • sul fatto che un bambino che nasce a Reggio Calabria ha una aspettativa di vita di cinque anni in meno rispetto a chi nasce a Bologna;
  • sulla questione del prezzo dell’energia che in Italia è il più alto d’Europa, visto che i tedeschi la pagano 82 euro a Megawatt, gli spagnoli 91 euro, i francesi 54 euro, gli scandinavi addirittura 15 euro e noi italiani la paghiamo 128 euro megawatt.
  • sulla necessità di destinare maggiori risorse economiche al Sud per risolvere il problema dell’acqua che ricordo a me stesso è un fattore strategico per l’agroalimentare, il turismo, la logistica che sono i tre settori che possono far decollare il Sud, non solo perché i mancati investimenti in questo campo frenano la riduzione del divario con il Nord del Paese, ma anche perché l’85 per cento delle procedure di infrazione emesse dalla Comunità europea nei confronti dell’Italia in tema di acqua riguardano proprio le Regioni meridionali.

È vero che il governo Meloni ha stanziato 12 miliardi di euro per affrontare il problema della siccità a fronte di un fabbisogno di 60 miliardi di euro, ma anche vero che al Sud sono destinate – o per meglio dire è stata programmata (vale a dire non è detto che si trasformano in stati di avanzamento lavori) – una spesa di appena 3,8 miliardi di euro.

Una somma assolutamente insufficiente a sciogliere tutti nodi del dramma acqua. Quindi, in definitiva, ho voluto porre queste questioni per dire che dal capo o della capa del governo (fate voi) in un momento nel quale si discute della prossima manovra finanziaria i cittadini non si aspettano solo che ci parli dei risultati ottenuti durante la sua esperienza di governo, si aspettano anche e soprattutto di come intende risolvere le questioni anzidette, e anche gli aspetti legati alla sanità che assillano il paese.

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