Grande attesa per le decisioni della BCE del 12 settembre. Nel frattempo il Caro-tassi italiano è più pesante della media UE

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È particolarmente attesa dalle imprese europee la decisione sui tassi del Consiglio direttivo della BCE del prossimo 12 settembre, dopo che a luglio è stata confermata una ‘navigazione a vista’ dell’ autorità monetaria europea. Una riduzione del costo del denaro diventa essenziale, in un contesto in cui si registra il rallentamento dell’inflazione dell’Eurozona, che ad agosto scende al 2,2% (era 2,6% a luglio). Un eccessivo prolungamento della stretta monetaria comprometterebbe i processi di crescita. Le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale indicano un debole aumento del PIL dell’Eurozona (+0,9%), dinamica appesantita dalla stagnazione (+0,2%) della Germania. Come evidenziato nella recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, anche in Italia si delinea un quadro congiunturale debole. La decisione sui tassi è di particolare rilievo per le imprese italiane, maggiormente penalizzate dal caro-tassi durante la stretta monetaria, sia per le scelte di investimento che per i maggiori oneri finanziari.

A luglio 2024 il costo del credito per le imprese è del 5,34% (era 5,33% a giugno), superiore di 28 punti base al tasso medio di 5,06% (era 5,07% a giugno) rilevato nell’Eurozona e risultando superiore al costo registrato nei maggiori paesi europei. Nei due anni di stretta monetaria le imprese italiane hanno visto salire gli oneri finanziari sui prestiti di 371 punti base, 48 punti in più dell’incremento di 323 punti registrato in Eurozona.

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Le tensioni sul costo del credito riducono la domanda di prestiti delle imprese, i quali in Italia a luglio sono in flessione del 4,1% su base annua, mentre nell’Eurozona si rileva un aumento dello 0,6%.

In parallelo, gli investimenti delle imprese nel primo trimestre del 2024 calano del 2,7% su base annua, mentre nel secondo trimestre del 2024 gli investimenti in impianti e macchinari, privati e pubblici, scendono del 2,8%. La frenata degli investimenti compromette la twin transition, digitale e green.

Il trend dei prestiti alla MPI per regione – Gli ultimi dati disponibili sulla dinamica trimestrale del credito  per dimensione d’impresa e territorio relativi a marzo 2024 evidenziano che i prestiti alle micro e piccole imprese fino a 20 addetti diminuiscono dell’8,1% peggiorando rispetto al -7,6% della precedente rilevazione di dicembre 2023. L’analisi territoriale, proposta nel 30° report su trend economia, congiuntura e MPI, evidenzia una flessione diffusa, sia per i prestiti alle piccole imprese sia per quelli al totale imprese.

Focalizzando l’attenzione sul prestiti alle piccole imprese nelle principali regioni – ognuna con un ammontare di prestiti a tali imprese di almeno 3 miliardi di euro -, si rilevano flessioni inferiori alla media per: Provincia Autonoma di Bolzano con il -4,9% (vs -8,0% totale imprese), Sicilia con il -6,0% (vs -1,3% totale imprese), Lazio con il -6,0% (vs -2,2% totale imprese), Campania con il -6,7% (vs -1,4% totale imprese) e Puglia con il -6,9% (vs -2,3% totale imprese). I cali più marcati dei prestiti alle piccole imprese si segnalano in Lombardia (-9,3% vs -2,7% totale imprese), Marche (-9,7% vs -7,3% totale imprese) e Veneto (-9,9% vs -7,6% totale imprese).

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