Gli ultimi animali recuperati provengono da Campofranco e San Cataldo; per loro il WWF ha organizzato la trasferta al Centro regionale recupero fauna selvatica di Ficuzza (PA). L’Associazione ambientalista stigmatizza la mancata istituzione di un apposito Centro provinciale come previsto dalla legge regionale n. 33 del 1997
Ancora animali selvatici in difficoltà nel Nisseno salvati dai volontari del WWF (galleria fotografica) che sopperiscono all’assenza di strutture e servizi della Regione. Nei giorni scorsi un giovane esemplare di Poiana (Buteo buteo) è stato ritrovato a Campofranco (CL) dalla Presidente della sezione provinciale dell’organizzazione di protezione civileE.R.A. (European Radioamateurs Association), Gabriella Migliore. Il rapace è stato subito messo in sicurezza ed alimentato; quindi è stato contattato il WWF di Caltanissetta che si è messo a disposizione per assisterlo. Grazie ad una staffetta di volontari, la Poiana è stata presa in custodia dal responsabile del Magazzino Culturale “Ex Oleificio” di Milena (CL), Carmelo Vitellaro, che si è offerto di portarla fino a San Cataldo consegnandola al Presidente di WWF Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti.
Una coppia di pulcini di Occhione (Burhinus oedicnemus), invece, è stata ritrovata nelle campagne sancataldesi da un sensibile cittadino, Alessandro Ippolito, durante l’esecuzione di lavori agricoli. Tratti in salvo dall’impatto con i mezzi meccanici, i due pulli sono stati affidati al WWF perché tutte le telefonate del signor Ippolito alla ricerca di aiuto sono state vane. L’Occhione – che deve il proprio buffo nome ai grandi occhi che lo rendono inconfondibile e sono chiaro indice delle abitudini crepuscolari e notturne di questo uccello – è una specie particolarmente protetta dalla Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE ed in forte declino in tuta Europa, classificata come “vulnerabile”; in Sicilia si stima che ne esistano solo 200 coppie.
Grazie alla disponibilità di un altro volontario WWF, Elia Miccichè, i tre esemplari sono stati condotti a Palermo presso il “Punto di primo soccorso” istituito dal Corpo Forestale e gestito in collaborazione con gli esperti del Nucleo Protezione e Soccorso Fauna Selvatica del WWF Palermo; da qui verranno ricoverati presso il Centro regionale Recupero Fauna di Ficuzza (PA) e sottoposti alle necessarie cure veterinarie.
«Siamo lasciati soli ad affrontare questa continua emergenza: settimanalmente riceviamo richieste di aiuto per animali feriti da tutta la Sicilia centrale, sia da cittadini sia da enti pubblici – si sfoga il Presidente di WWF Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti – ma non possiamo farci carico di tutte le segnalazioni. Siamo solo dei volontari, non disponiamo né di strutture adeguate né delle risorse economiche necessarie per gestire i continui trasferimenti verso i centri recupero: l’unico Centro regionale si trova a Ficuzza a ben 120 km da Caltanissetta e due ore di viaggio! I nostri operatori non ce la fanno più e la situazione, a causa di caldo e siccità, diventa ogni giorno sempre più pesante».
Da oltre un anno il WWF ha avviato le interlocuzioni con la Ripartizione Faunistico Venatoria di Caltanissetta, l’ufficio periferico del Dipartimento Sviluppo Rurale della Regione competente in materia di tutela della fauna, chiedendo di attuare ed applicare quanto previsto all’articolo 6 della legge regionale n. 33 del 1997 sull’istituzione dei Centri provinciali per “il soccorso, la detenzione temporanea, il recupero in ambienti idonei e la successiva liberazione della fauna selvatica in difficoltà”: «poiché nelle province dove operiamo, ossia Caltanissetta ed Enna, non esistono Centri di recupero autorizzati – rileva il Presidente WWF Bonfanti – abbiamo già presentato ed illustrato proposte operative per realizzare in tempi brevi una struttura ubicata a Caltanissetta. Dagli uffici regionali, però, non c’è ancora nessuna concreta risposta».