Catania tra sviluppo e arretratezza: dall’accordo sui microchip al ritardo nel divenire smart city – L’Intervista

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Buonasera amici di Hashtag Sicilia, e ben ritrovati in una nuova puntata della nostra rubrica “L’Intervista”, il format grazie al quale abbiamo modo di interagire con alcune personalità d’interesse appartenenti ai settori più disparati.

Ospite del nostro appuntamento di questa sera è il professor Francesco Russo, docente in Ingegneria dei Trasporti all’Università di Reggio Calabria, già assessore regionale ai Trasporti e vicepresidente della Regione Calabria.

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Come forse saprete il professor Russo non è estraneo alla nostra redazione: infatti insieme a lui abbiamo già avuto modo di approfondire in passato diverse tematiche nel corso di più episodi, dallo stato delle infrastrutture della nostra regione “all’avvento” della ZES Unica e delle sue ripercussioni sul Mezzogiorno, passando per l’analisi della situazione attuale (e la possibile evoluzione futura) della Metropolitana di Catania.

Il tema affrontato insieme nella serata odierna sarà invece lo sviluppo in senso lato della città di Catania. Per parlarne siamo partiti da un recentissimo accordo per la fornitura di carburo di silicio stipulato tra ST Microelectronics, famosa azienda produttrice di semiconduttori e microchip “dell’Etna Valley“, ed un colosso del mercato cinese attivo nella produzione di automobili e veicoli a nuova energia (NEV), la Geely Auto Group.

Ci siamo chiesti: questo accordo può davvero avere un effetto positivo sulla città di Catania? E ancora, non c’è una certa incongruenza tra i tentativi di arginare l’inflazione dei prodotti cinese verso l’Europa ed un’operazione di questo tipo?

Il prof. Russo ha tenuto a precisare come questo accordo abbia in realtà una valenza del tutto opposta rispetto a questa interpretazione: non è il mercato cinese che “ci invade”, ma è la Sicilia (e Catania) che approda nel mercato del Sol Levante.

Per quanto riguarda i vantaggi per la città etnea nello specifico tale accordo possiede un impareggiabile impatto economico: un investimento di 5 miliardi di euro e la creazione di 2.000 nuovi posti di lavoro altamente qualificati. Tuttavia ciò può non bastare per creare un vero cambio di passo per la città: infatti il nostro ospite ha sottolineato l’esistenza di un’altra sfida cruciale: trasformare lo sviluppo economico in progresso sociale per Catania.

Come riuscirci? Come poter ricreare l’atmosfera da “hub tecnologico” presente in altre città come Milano o Torino – dove ad esempio in quest’ultima si percepisce proprio un’affinità tra cittadini e la Fiat – anche a Catania, dove invece le grandi aziende del territorio vengono quasi considerate come corpi estranei, e non come parte del tessuto della città?

Stando alle parole del nostro ospite – che avrete modo di ascoltare nel dettaglio nella nostra intervista video di questa sera – questo tipo di criticità potrebbero essere risolte e superate, così come quelle che si contrappongono alla diffusione dei sensori che potrebbero rendere Catania una vera e propria Smart City, ma è necessario che l’amministrazione comunale e metropolitana, nonché tutte le forze politiche e le realtà sociali si muovano attivamente. In questo modo si potrebbe davvero migliorare la qualità della vita dei cittadini per quanto riguarda benessere, parcheggi, trasporti, qualità dell’aria e molto altro.

Approfondiremo tutti questi, e molti altro ancora, nella puntata di questa sera de “L’Intervista”. Vi diamo appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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