Officina Teatro Canzone continua a occuparsi dei fatti che la storia, volutamente ha accantonato: “Verro e la parabola delle verghe” è l’opera scritta da Giuseppe Pastorello

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Questa volta si parla dei fasci siciliani e delle rivolte contadine che hanno interessato quasi tutta la Sicilia   subito dopo l’unità d’Italia. Verro e la parabola delle verghe è l’opera scritta da Giuseppe Pastorello con gli arrangiamenti  musicali di Roberto Giannì che andrà in scena secondo un progetto denominato “il teatro canzone nei luoghi delle rivolte contadine”. Lo spettacolo verrà rappresentato nei paesi dove i contadini hanno pagato a caro prezzo la ricerca della libertà e condizioni di vita più dignitose. Si comincia il 27 luglio a Milena per concludere il 3 novembre 2024 a Corleone,  in occasione della commemorazione della morte di Bernardino Verro, 109 anni fa.

Le date già stabilite sono:

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prima tappa –  il 27 luglio a Milena in Piazza Garibaldi alle ore 21:30.

Milena riveste particolare importanza nell’epoca delle rivolte in quanto per la prima volta, il 27 ottobre 1893,  le donne si fecero portavoce delle istanze dei contadini, divenendo parte attiva della manifestazione e grazie al loro coraggio, ricevono  anche un elogio da parte di Pirandello che ne parla nel suo romanzo  “iIvecchi e i giovani”;

seconda tappa –  il 4 agosto a Santa Caterina Villarmosa, tristemente famosa in quanto nella rivolta del 5 gennaio 1894, perirono 14 persone e numerosi feriti fra cui donne e bambini. Lo spettacolo avrà luogo presso la Villa Castelnuovo alle ore 21:30;

terza tappa il 22 settembre a Lercara Friddi dove il 25 dicembre 1893 vi furono circa 12 morti e numerosi feriti. Da stabilire le date per Piana degli Albanesi  – Gibellina – Marineo.

Lo spettacolo inizia con la recitazione dei versi della poesia di Umberto Santino, “ricordati di ricordare” e il consueto ausilio di video consentirà al pubblico la visione di alcune scene  del film “Per quel soffio di libertà” di Alberto Castiglione. La formazione di Officina Teatro Canzone è la consueta: Roberto Giannì al piano e agli arrangiamenti musicali; Christian Bianca al violino; Annalisa Paladino al basso elettrico; Vincenzo Arisco alle percussioni; Giuseppe Pastorello e Loredana Maieli voci; Maurizio De Luca e Cristina Giarmanà,  attori.

“Quello che oggi potrebbe essere scontato non lo era allora per quell’epoca e l’intuizione di Verro  fu quella di riunire i contadini per costruire un nucleo che avrebbe avuto la possibilità di farsi sentire. Verro ai contadini riuniti diceva: “se voi prendete una verga sola la spezzate facilmente, se ne prendete due, le spezzate con maggiore difficoltà. Ma se fate un fascio dei verghe è impossibile spezzarle. Così, se il lavoratore è solo può essere piegato dal padrone se invece si unisce in un fascio, in un’organizzazione diventa invincibile”, ricorda Giuseppe Pastorello, presidente dell’associazione Officina Teatro Canzone.

Inoltre Pastorello ci tiene a precisare che anche in quest’opera l’uso della lingua siciliana è predominante,  in quanto ha il ruolo di conservare la storia, riuscendo a trasmettere nel contempo la durezza dei comportamenti di coloro che affrontano una vita impossibile e la sofferenza di una donna che racconta di un’esistenza senza amore.

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