Siccità nel Ragusano, salta il tavolo sull’emergenza. Confagricoltura Ragusa: “Il tempo è finito”

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Confagricoltura Ragusa esprime massima preoccupazione per la mancata convocazione del tavolo sull’emergenza siccità che si sarebbe dovuto tenere l’altro ieri in Prefettura, così come concordato nella riunione del 3 luglio, per fare il punto della situazione con le Istituzioni e i soggetti interessati e pianificare interventi urgenti per dare sollievo agli imprenditori agricoli ragusani, letteralmente in trincea per salvare le proprie produzioni. 

“Malgrado il solerte lavoro di S.E. il Prefetto, dott. Giuseppe Ranieri, grazie al quale si è arrivati a un primo importante risultato, ovvero l’apertura della Traversa Mazzarronello, ed alla costituzione del tavolo sull’emergenza– spiega il Direttore di Confagricoltura Ragusa, Giovanni Scucces – è saltata la riunione dell’altro ieri – 16 luglio – per ragioni che non conosciamo. Purtroppo la situazione nelle nostre campagne è davvero drammatica, urgono soluzioni emergenziali per arginare gli effetti di una siccità devastante, come ad esempio lo sblocco, come più volte ribadito dalla nostra Organizzazione, delle preziose risorse della Diga Ragoleto, con un patto di solidarietà tra settori produttivi che permetta una più ragionevole ripartizione che dia sollievo e ristoro all’agricoltura. Se nulla si muoverà, gli imprenditori agricoli ragusani, oltre a subire un danno economico enorme, saranno costretti a licenziare tanti lavoratori e a manifestare in modo eclatante la loro legittima rabbia”.

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“Non possiamo permetterci il silenzio e l’immobilismo mentre a rischio c’è la sopravvivenza del nostro tessuto produttivo. La responsabilità è di tutti, noi compresi. E proprio assumendoci il nostro pezzo di responsabilità, – conclude il Direttore Scucces -chiediamo l’immediata convocazione del tavolo per poter concordare e realizzare interventi concreti di ottimizzazione della gestione delle risorse idriche per non lasciare le nostre campagne all’asciutto. Bisogna governare l’emergenza, non subire in modo passivo il disastro”. 

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