La filiera produttiva comprende l’insieme delle attività che compongono l’intera catena del valore di un bene o servizio, dalla progettazione alla vendita. Alla filiera partecipano le imprese con attività di produzione di materie prime, semilavorati, prodotti finiti, macchinari a uso specifico della filiera e quelle che offrono servizi quali trasporto e logistica, consulenza, R&S, marketing e altro. Il sistema produttivo italiano si articola lungo 28 filiere censite dall’Istat.
Una impresa partecipa alla filiera i) con stabili relazioni di cooperazione produttiva, quali commessa, subfornitura o accordi (formali e informali, spesso con la condivisione di tecnologia e input produttivi) e ii) con un semplice rapporto commerciale, di acquisto e vendita.
Come proposto in una analisi di Confartigianato pubblicata su Il Sole 24 Ore, un giacimento straordinario di conoscenza sulle filiere è rappresentato da una analisi dei flussi di fatturazione elettronica, ad oggi ancora scarsamente esplorati.
La filiere strategiche negli interventi di policy – L’analisi di filiera è di grande rilevanza per valutare la propagazione degli impulsi – derivanti da shock esterni ovvero da interventi di politica economica – all’interno dell’economia e nell’analisi della competitività di un sistema produttivo. Inoltre, le direttive europee sulla sostenibilità considerano le catena di attività a monte delle imprese soggette ad obblighi, coinvolgendo le imprese che effettuano forniture di beni e/o servizi.
Inoltre, la filiera produttiva acquista rilevanza ai fini degli interventi di politica economica, come nel caso degli investimenti per la competitività e resilienza delle filiere produttive previsto nel PNRR: nell’intervento sono considerate le filiere strategiche dell’agroindustria, design, moda e arredo, automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica e chimico/farmaceutico.
Alta specializzazione di filiera delle imprese – Circa otto imprese su dieci (79,6%) partecipano a una sola filiera, una su dieci (11,3%) partecipa a 2 filiere, il 4,3% a tre filiere, il 2,1% a quattro filiere e il 2,8% a cinque filiere ed oltre.
Il ranking delle filiere – In relazione al peso sul PIL, la prima tra le 28 filiere è quella dell’Agroalimentare con 130,9 miliardi di euro di valore aggiunto. Un approfondimento sulla filiera più rilevante è proposta nell’ultimo numero di Spirito Artigiano con l’articolo “La vocazione artigiana della filiera agroalimentare spinge il made in Italy” a firma di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi.
Seguono le filiere di Edilizia con 120,2 miliardi, Mezzi di trasporto su gomma con 110,3 miliardi, Energia con 87,1 miliardi, Apparecchiature elettriche industriali, macchine e lavorati a uso non dedicato per specifiche filiere con 78,1 miliardi, Farmaceutica, prodotti per la cura e la pulizia personale, animale e della casa con 70,2 miliardi, Abbigliamento, calzature, accessori vestiario, anche a uso sportivo con 64,5 miliardi, Sanità e assistenza sociale con 55 miliardi, Arredamento per casa o ufficio con 51,2 miliardi, Infrastrutture e servizi di telecomunicazione con 50,8 miliardi, Apparecchiature elettriche o elettroniche a uso domestico con 49 miliardi, Turismo e tempo libero con 47 miliardi, Economia circolare e gestione dei rifiuti con 44,1 miliardi, Infrastrutture e servizi di trasporto su gomma con 39,2 miliardi, Finanza con 37 miliardi, Utensileria e minuteria non elettrica, a uso domestico, industriale e professionale con 34,6 miliardi, Aero-spazio e difesa con 23,1 miliardi, Mezzi di trasporto su acqua con 23 miliardi, Servizio idrico con 21,4 miliardi, Mezzi di trasporto su rotaia o via cavo con 20,9 miliardi, Editoria con 20 miliardi, Infrastrutture e servizi di trasporto su rotaia e via cavo con 17,2 miliardi, Istruzione e formazione professionale con 16,9 miliardi, Infrastrutture e servizi per il trasporto aereo, aerospaziali e di difesa con 14 miliardi, Contenuti audio e audiovisivi con 12,5 miliardi, Preziosi con 10,8 miliardi e Infrastrutture e servizi di trasporto su acqua con 10,2 miliardi.
La vocazione di piccola impresa delle filiere manifatturiere – Centrando l’attenzione alle 12 filiere centrate su prodotti della manifattura, si calcola che in media l’apporto delle micro e piccole imprese (MPI) è pari al 43,5% del valore aggiunto della filiera.
La filiera a maggiore vocazione di piccola impresa è quella dell’Abbigliamento, calzature, accessori vestiario, con il 48,8% del valore aggiunto della filiera generato da 74mila imprese tra 3 e 49 addetti (MPI), seguito da Arredamento per casa o ufficio con il 47,2% generato da 68mila MPI, Utensileria e minuteria non elettrica, a uso domestico, industriale e professionale con il 46,5% generato da 44mila MPI, Agroalimentare con il 44,8% generato da 200mila MPI, Aero-spazio e difesa con il 44,6% generato da 7mila MPI, Apparecchiature elettriche o elettroniche a uso domestico con il 43,8% generato da 42mila MPI, Apparecchiature elettriche industriali, macchine e lavorati a uso non dedicato per specifiche filiere con il 43,7% generato da 49mila MPI, Preziosi con il 43,5% generato da 10mila MPI, Mezzi di trasporto su acqua con il 42,1% generato da 14mila MPI, Farmaceutica, prodotti per la cura e la pulizia personale, animale e della casa con il 41,1% generato da 54mila MPI, Mezzi di trasporto su rotaia o via cavo con il 40,3% generato da 7mila MPI e Mezzi di trasporto su gomma con il 38,1% generato da 98mila MPI.