Parte in Sicilia la campagna per il referendum per chiedere l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Ieri, nel corso di una riunione del comitato promotore, alla quale hanno partecipato rappresentanti regionali di Cgil, Uil, Verdi, Acli, Wwf, Demos, Anpi, Pd, Psi, Legambiente, Italia Viva, +Europa, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione Comunista, Comunità Sant’Egidio, Sud chiama Nord, Associazione Sinistra Futura Sicilia, Udu, Federconsumatori, Auser e Sunia, sono state definite le prossime tappe che impegneranno sindacati, partiti e associazioni che sostengono l’iniziativa nella raccolta delle firme per il referendum. Già nei prossimi giorni saranno disponibili le schede dove apporre la firma e saranno costituiti comitati provinciali. Il 20 e il 21 luglio, giorno di lancio della campagna su scala nazionale, postazioni saranno allestite nei 390 comuni. La campagna sarà svolta dai soggetti promotori ognuno nei vari ambiti e secondo le proprie peculiarità. Ci sarà anche una piattaforma per la firma online.
Cgil e Uil, con i segretari generali Alfio Mannino e Luisella Lionti, hanno anticipato che ci saranno iniziative nei luoghi di lavoro ma anche, ad esempio, davanti agli ospedali, posto che la sanità pubblica siciliana, già in crisi, sarà uno dei settori più colpiti dall’autonomia differenziata. Un tema su cui Cgil e Uil si cimentano da tempo, con iniziative tematiche su sanità, infrastrutture e istruzione ma anche volte ad esprimere preoccupazione e dissenso sull’autonomia differenziata, come la manifestazione regionale del 15 aprile 2023 a Caltanissetta, più di un anno fa, quando il provvedimento era ancora in itinere. “Nostro obiettivo,” hanno detto Mannino e Lionti, “è far crescere la consapevolezza sull’arretramento che l’autonomia differenziata produrrà su servizi e infrastrutture, su sanità e istruzione. Abrogare la legge, votando sì al referendum, è dunque dare opportunità a Sicilia e siciliani che invece verrebbero negate, tornando indietro senza possibilità di recupero. Questa deve essere una battaglia senza confini e senza steccati politici,” hanno sottolineato Mannino e Lionti, “una grande battaglia di popolo, di massa sulla quale puntiamo a coinvolgere quanti più soggetti, dal mondo della cultura alla Chiesa.” I due esponenti sindacali hanno sottolineato che “l’intenzione non è difendere l’esistente ma proporre un nuovo modello di sviluppo del Mezzogiorno, proiettandolo nell’area euro-mediterranea. E per questo servono investimenti e misure dedicate nell’ambito di un progetto unitario del sistema Paese.” Con l’autonomia differenziata, invece, la Sicilia già da subito, secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, perderà 1,3 miliardi l’anno, con ripercussioni su tutti i servizi essenziali. I Lep peraltro non sono né partiti, né finanziati. “Una doppia sfida dunque si apre,” hanno sottolineato i segretari di Cgil e Uil, “portare la gente al voto con la consapevolezza che è in gioco il futuro della Sicilia e delle giovani generazioni, per abrogare la legge affermando un principio fondamentale: che la democrazia si afferma e si difende e assieme alla democrazia i diritti con la partecipazione, innanzitutto al voto.” “Siamo in presenza di una misura che divide il Paese,” ha detto Lionti, “che non garantisce i diritti essenziali, questo in una Sicilia già abbandonata, come dimostra lo stato della sanità.” “E’ grave l’atteggiamento del presidente della regione,” ha rimarcato Mannino, “l’unico di una regione meridionale ad approvare una misura che produrrà uno scempio, rispetto al quale ci saremmo aspettati il più netto dissenso.”