Beni confiscati alla mafia, Confcooperative contro l’accordo ANBSC-MASAF: “Serve uso collettivo”

BENI CONFISCATI ALLA MAFIA - BENI CONFISCATI - CONFCOOPERATIVE
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L’accordo istituzionale siglato dall’ANBSC ed il MASAF per realizzare progetti di imprenditoria agricola giovanile attraverso l’assegnazione di terreni sottratti alla criminalità organizzata preoccupa profondamente Confcooperative.

“Con la firma dell’accordo tra il ministero dell’Agricoltura e l’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati, si registra un vero e proprio stravolgimento circa la destinazione dell’uso sociale dei beni immobili confiscati. La gestione ai fini del riuso sociale dei terreni confiscati alla Mafia, infatti, pur in forza di un accordo inter istituzionale tra due ministeri, non può essere attribuita ai singoli imprenditori perché non hanno titolo giuridico per essere inseriti nella platea degli assegnatari. Rispetto ad un singolo imprenditore i soggetti collettivi sono meno esposti ai rischi di intimidazione della malavita e assicurano quindi maggiore legalità per il riuso dei beni confiscati. Ecco perché siamo favorevoli a giovani imprenditori se stanno dentro progetti collettivi. Lo spirito della legge è quello di restituire i beni alla comunità motivo per cui la cooperazione offre le giuste garanzie per la restituzione del bene. La Legge 109/96 per combattere le possibili infiltrazioni mafiose, limita giustamente la possibilità di riassegnazione dei beni ai soli soggetti collettivi della cooperazione e del Terzo settore, tant’è che questo principio  è stato riconfermato  all’interno dell’art.48 del codice antimafia. Ci sono anche tantissimi progetti realizzati nel riuso ai fini sociali dei beni confiscati, che dimostrano che questa è la strada giusta da perseguire” commenta Confcooperative.

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Riteniamo invece positivo che l’ANBSC nella prospettiva del più efficace riuso sociale dei terreni agricoli, possa dotarsi della collaborazione di un ente come L’ISMEA per la valutazione tecnica dei terreni confiscati, ma non può in nessun modo proporre di assegnare i terreni per il riuso ad imprenditori agricoli privati e questo vale anche se si tratta di giovani imprenditori. Una scelta – conclude la nota – che va contro lo spirito della legge 109/96 e dell’art.48 del codice antimafia che in nessun caso indica tra i soggetti destinatari i singoli imprenditori agricoli ma soggetti collettivi come sono le cooperative”. Confcooperative chiede quindi di riportare il protocollo tra ANBSC e  MASAF ad una collaborazione tecnica tra i due Enti  per la valutazione dei terreni confiscati e l’istituzione di i tavoli di governance con la cooperazione e il terzo settore per la programmazione dei piani di utilizzo di detti terreni.

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