CATANIA – Il 17-20% della popolazione soffre di tendinopatie della spalla. La complessità del tessuto rende complicata la cura, inoltre fattori sistemici influenzano lo sviluppo di questo tipo di disturbi. Lo stile di vita, il lavoro, l’attività sportiva sono fattori che possono alimentarne la diffusione. Tutti prima o dopo possono soffrirne. Per tutti questi motivi, i nutraceutici e i loro principi attivi possono rappresentare un ruolo fondamentale nel trattamento dei pazienti affetti da tali patologie.
Se n’è discusso ieri mattina – sabato 29 giugno – nell’Auditorium B2pharma nel corso del convegno multidisciplinare patrocinato da Simfer e organizzato dall’impresa siciliana dal titolo “La patologia tendinea: around the shoulder. Confronto interdisciplinare tra approccio chirurgico e approccio conservativo”.
Relatori di livello internazionale, medici fisiatri e docenti universitari, si sono succeduti alimentando il dibattito sulle varie metodiche che permettono di trattare le tendinopatie: dalla rigenerazione tessutale, alle onde d’urto e infiltrazioni, fino agli interventi chirurgici.
«Siamo stati felici di aver ospitato specialisti d’eccellenza provenienti da tutt’Italia – ha affermato Roberto Bottino, amministratore B2pharma – È stata occasione per confrontarsi su una patologia così attuale. La nostra è un’azienda al 100% familiare, che opera in qualità, che punta sulla formazione. Eventi come questi sono in linea con la nostra mission: investire nella ricerca e nella formazione. Crediamo che solo grazie a una collaborazione con la classe medica si riesca ad anticipare i bisogni dei pazienti, il cui concetto di benessere è diventato più elevato».
L’attenzione è stata posta sulla fisiopatologia delle tendinopatie di spalla, sulle metodiche diagnostiche, il trattamento chirurgico, e quello riabilitativo, le tecniche di fisiatria interventistica, gli esercizi terapeutici e appunto la terapia nutraceutica. «Il tendine – e tutto quello che lo riguarda topograficamente e biomeccanicamente – riveste un ruolo fondamentale nei diversi ambiti delle attività fisiche quotidiane, e in particolar modo nell’ambito dello sport – ha dichiarato Calogero Foti, prof. ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa e direttore Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa Dipartimento di Scienze Cliniche e Medicina Traslazionale Università degli Studi di Roma Tor Vergata – Questo tessuto speciale, il tessuto tendineo, è costituito da diversi tipi di connettivo a seconda delle richieste funzionali a cui quel tendine deve rispondere. Questa complessità rende la cura delle tendinopatie ancora più variabile e complessa. Sistemi valutativi sempre più sofisticati si sono aggiunti ai più tradizionali negli ultimi anni, e nuovi protocolli fisioterapici e farmacologici riguardano sia il tendine curato in modo conservativo, sia quello trattato chirurgicamente». «Abbiamo messo a fuoco una patologia molto frequente che coinvolge sportivi e non, attraverso un confronto tra chirurghi, radiologi e i fisiatri che coordinano il team riabilitativo – ha affermato Valeria Coco fisiatra e segretario Regionale SIMFER – Il dibattito multiprofessionale ha concesso l’occasione per evidenziare la professionalità che si è raggiunta in Sicilia in ambito interventistico e diagnostico». «Da un punto di vista chirurgico abbiamo sviluppato le tecniche più utilizzate – ha affermato Angelo Di Giunta, specialista in Ortopedia e Traumatologia – Quando vi è una lesione parziale si può agire da un punto di vista conservativo. Va detto che soprattutto nella prima fase di cure ci dà grande supporto la farmaceutica e oggi ancora di più la nutraceutica. La chirurgia va associata con la fisioterapia e l’esercizio terapeutico. Ma in una prima fase quando vi è un’infiammazione serve il supporto che può essere data dalla nutraceutica». «Esistono varie metodiche che ci permettono di trattare le tendinopatie – ha dichiarato Gianpaolo Ronconi, prof. associato Medicina Fisica e Riabilitazione Università Cattolica Sacro Cuore di Roma – Oggi si adopera molto la teleriabilitazione, e questo tipo di approccio si è sviluppato particolarmente dopo la Pandemia Covid. Non possiamo dimenticare l’importanza della rigenerazione tessutale, delle onde d’urto. Queste sono tutte terapie che possono contribuire a restituire la piena operatività del sito».
Alla discussant hanno partecipato Maria Pia Onesta (specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa), Giuseppe Condorelli (specialista in Ortopedia e Traumatologia), Valerio Amico (specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa), Antonino Vallone (specialista in Radiologia), Andrea Sorbino (specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa), Stefano Faraci (specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa), Dora Arena (Chimico Farmaceutico), Vincenzo Cimino (specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa).