Siccità in Sicilia: il punto sulle risorse idriche dell’isola, tra malagestione, enigmi e “misteri” – Così è (se vi pare) #13

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Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (se vi pare)“.

Questa sera affrontiamo un tema di grande attualità: la siccità in Sicilia. Nonostante l’isola disponga di cinquanta dighe e vari laghi artificiali, molte città sono costrette a soffrire la sete, gli agricoltori subiscono ingenti danni alle loro produzioni e gli allevatori lottano per trovare il foraggio e l’acqua necessari per gli animali.

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Ma come è possibile che un territorio con questa varietà di risorse idriche si trovi in questa situazione? Nel corso della puntata risponderemo a questa domanda, sviscerando diverse problematiche legate alla gestione delle acque in Sicilia, tra le quali: la mancanza di canalizzazioni, le condutture vecchie e piene di buchi buchi – motivo per il quale il 70 per cento dell’acqua si disperde prima di arrivare a destinazione -, la pratica dello “svuotamento” in mare delle acquee in esubero nelle dighe in cui c’è sovrabbondanza o in concomitanza di lavori – piuttosto che effettuare un travaso in altri invasi -; e la misteriosa “scomparsa” dell’acqua in alcune dighe.

Quest’ultima non è una leggenda metropolitana: è un fatto realmente accaduto qualche anno fa in provincia di Enna, esattamente ad Agira, alla diga artificiale di Sciaguana, causando la morte di migliaia di pesci.

Ma i misteri non finiscono qui: nell’autunno dello scorso anno – svela un’inchiesta di THE HOUR Sicilia – nell’agrigentino, tra S.Giovanni Gemini e Cammarata, fu avvistato addirittura un coccodrillo! Il che significa che in qualche diga abbandonata qualcuno può aver introdotto animali esotici, destinati forse al commercio.

Tutte queste cose sono assolutamente vere, ma da sole non possono spiegare le ragioni per le quali in Sicilia non c’è abbastanza acqua per l’agricoltura, per quel settore indispensabile per nutrirci e per dare da mangiare a braccianti e coltivatori della terra.

Il motivo più importante per il quale si verifica questo fenomeno è probabilmente un altro: più della metà tra dighe e laghetti costruite in origine per irrigare i campi, oggi vengono utilizzate, invece, per praticare tante diverse attività: da quelle sportive a quelle della pesca di trote, carpe, pesce persico, etc. o sono divenute oasi naturali dove svernano uccelli rari che, ovviamente, non possono essere turbati.

Ma come mai c’è stato questo “cambio di piani” nella destinazione d’uso di queste dighe? E soprattutto, cosa dovrebbero fare le associazioni di categoria del mondo dell’agricoltura? E invece, dal lato di chi governa, quali potrebbero essere le risposte più adeguate per far fronte all’emergenza siccità – e poi superarla e attuare una progettualità di lungo periodo?

Parleremo di tutto ciò, e di molto altro ancora, nella nostra puntata di questa sera! Non ci resta che darvi appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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