Beni Confiscati alla Mafia, Confcooperative Sicilia: “No a forzature del regolamento sugli assegnatari”

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“La gestione di un bene confiscato alla Mafia non può essere attribuita ad un processo delle intenzioni , qual è quello di un gruppo informale di persone che non hanno titolo giuridico per essere inseriti nella platea degli assegnatari . Questo significa violare le norme ed anche lo spirito della legge 109 del ‘96”e le s.m

Confcooperative Sicilia esprime tramite Rosa Laplena, esperta in beni confiscati alla criminalità e in politiche Antimafia forti perplessità a seguito dell’approvazione, da parte del consiglio comunale di Catania, del nuovo regolamento sulla gestione dei beni sottratti alla criminalità.

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“Positivo dotarsi di un regolamento- puntualizza Laplena- ma con questa scelta viene stravolto lo spirito di una legge nata per restituire i beni alla comunità tramite soggetti collettivi costituiti in forza di uno statuto e che permette l’accesso alla platea degli assegnatari con la presentazione di  un progetto che sia conforme all’attività previste dallo statuto stesso , non di certo tramite un soggetto informale  formato da singole persone fisiche  che può così prendere in gestione il bene e solo dopo un anno costituire un’associazione. Con queste modalità è facile temere che qualcuno possa agire con operazioni di comodo. Se lo scopo è mettere in piedi un’operazione di trasparenza- continua Laplena- il risultato rischia di essere, al contrario, una forzatura rischiosa”.

La gestione dei beni confiscati alla Mafia resta un tema delicato e spesso spinoso.

“Nel tempo la platea dei soggetti che possono occuparsi della gestione dei beni sottratti alla criminalità si è via via estesa- ricorda l’esponente di Confcooperative- Oggi tra i soggetti ammessi figurano, per fare un esempio, anche le università, le fondazioni bancarie ecc… Va bene purché il punto di partenza sia un obiettivo condiviso da un soggetto collettivo regolarmente costituito .

Infine una sollecitazione rivolta all’amministrazione comunale di Catania, retta dal sindaco Enrico Trantino: “Si elimini subito il comma 5 dell’art.11  del regolamento relativo all’attribuzione dei beni confiscati -conclude Laplena- Non può trovare applicazione, la legge parla chiaro”.

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