Crisi agricola, Confcooperative Fedagripesca Sicilia: “Settore in agonia, silenzio assordante della Regione”    

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“Il silenzio assordante della Regione davanti all’agonia del settore agricolo siciliano ci scandalizza ed allarma. Assistiamo sgomenti ad una spasmodica ricerca di voti, in vista delle elezioni europee, da parte di una politica insensibile ai temi veri, che sono quelli che parlano di siccità, di un’emergenza non affrontata e di prospettive disastrose per le nostre imprese”.

Netta la posizione di Confcooperative Fedagripesca Sicilia che, a distanza di settimane dall’incontro nella sede dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, evidenzia come nessuno dei punti affrontati, nessuna delle priorità indicate e nessuna delle garanzie fornite abbia trovato il benché minimo riscontro.

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Nino Accetta ed Alessandro Chiarelli, rispettivamente Presidente di Confcooperative-Fedagripesca Sicilia e delegato per le Questioni Agricole, tornano a battere sulla necessità di un “decreto attuativo immediato attraverso il quale applicare in Sicilia misure analoghe a quelle applicate in Emilia Romagna con la legge 61 dello scorso giugno. Il tempo è scaduto – dicono i dirigenti – entro la fine di maggio i nostri cooperatori avrebbero dovuto sapere che non avrebbero dovuto pagare l’f24, che la rata del mutuo sarebbe stata traslata almeno a gennaio 2025, per poi ridiscuterne, che non avrebbero dovuto pagare la bolletta elettrica e che in questo modo avrebbero potuto prendere una boccata d’ossigeno per poter immaginare un futuro per la propria impresa. A fronte di quelle che ci erano sembrate delle garanzie– tuonano i dirigenti di Confcooperative Fedagripesca Sicilia – non è stato mosso un dito e tutto appare, a questo punto, come una grande ed inutile pantomima di cui le aziende agricole, zootecniche, vitivinicole, frutticole, stanno già facendo le spese. Siamo alla canna del gas ed è sotto gli occhi di tutti. Ci aspettavamo quantomeno una chiarezza economico-finanziaria che non c’è stata”.

Inoltre, i dirigenti di Fedagripesca Sicilia ricordano quanto incida l’aumento dei costi. “Siamo a livelli esorbitanti-spiegano– non tanto e non solo per i costi incrementati, quanto per la produttività dimezzata. L’acqua scarseggia e adesso anche i cittadini lo percepiscono in maniera chiara. Gli agricoltori, come gli allevatori, sostengono costi 4 volte superiori rispetto al passato perché la resa è del 50 per cento in meno e perché, nel caso degli imprenditori della zootecnia, non trovano nemmeno pascoli in cui far brucare i loro animali”

Confcooperative Fedagripesca Sicilia denuncia con forza una mancanza di attenzione a questo punto intollerabile e annuncia l’intenzione di avviare qualsiasi azione, civile e democratica, a tutela delle imprese cooperative che rappresenta e di cui intende essere come sempre sostegno e guida. 

“Basta con i “contentini” – proseguono Accetta e Chiarelli – che non risolvono alcun problema. Inutile parlare di sburocratizzazione se le aziende oggi attive, domani potrebbero non esserci più, stremate da una stasi estenuante. Confcooperative Fedagripesca Sicilia esprime la sua forte preoccupazione e sollecita la Regione Siciliana a fare finalmente e davvero la propria, fondamentale, parte in questa fase così delicata e cruciale per l’economia siciliana”.

Andiamo adesso a scoprire le premesse dettagliate e le richieste avanzate da Confcooperative Fedagripesca Sicilia alla Regione Siciliana.

Le cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative denunciano la lentezza delle procedure per decretare lo stato di crisi del comparto, di cui il provvedimento ministeriale che stanzia 20milioni, risulta tardivo ed insufficiente.

Sarebbe un ulteriore disastro se le piogge di questi giorni distraessero l’attenzione dell’urgenza e se non si tenesse conto che le temperature e scarsità di pioggia, mettono in crisi l’agricoltura in Sicilia. Dalle nostre cooperative arriva un disperato appello in quanto filiere come quella vitivinicola ed ortofrutticola, già fortemente provate dai cambiamenti climatici e dalla peronospora, rischiano letteralmente il collasso.

 A pesare, come raccontano le cooperative siciliane, è sì la siccità ma anche l’ormai strutturale carenza d’acqua negli invasi. La crisi che colpisce gli invasi siciliani rischia di avere contraccolpi drammatici sulla produzione agricola dell’isola. Soltanto a marzo sono mancati 300 millimetri di pioggia, ma è stato il settimo mese consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma.

Si registrano perdite in agricoltura fino a 2,7 miliardi di euro.

Il peso dell’agricoltura in Sicilia è importante. È tra le regioni d’Italia con le maggiori superfici agricole utilizzate (1,342 milioni di ettari, 338mila destinati a biologico), conta 142.416 aziende attive nel settore agricolo che arrivano a 160.629 (il 13% del totale Italia) con il tutto il comparto agrifood, e un valore alla produzione di 9,7 miliardi di euro. La Regione ha stimato perdite comprese tra 1 e 2,7 miliardi di euro a seconda delle precipitazioni che dovessero verificarsi o meno nei mesi di aprile e maggio.

A soffrirne sono l’agricoltura e la zootecnia dove, tra l’altro, pesa la mancanza di scorte di fieno e l’assenza di pascoli verdi.

Ecco perché è urgente che sia dichiarata l’emergenza nazionale in Sicilia e sono necessarie, da parte di Regione e Governo, misure compensative in grado di sollevare il settore agroalimentare ormai in ginocchio.

Per il comparto vitivinicolo, subissato da anni a causa di fitopatie, anomalie meteorologiche e crisi di mercato per eccedenze, abbiamo più volte invocato provvedimenti che svuotino le cantine dal vino rosso.

Inoltre auspichiamo maggiore elasticità nelle misure OCM, che consentano una gestione più flessibile dei diritti di impianto e della ristrutturazione dei vigneti, aumentando le annualità di intervento ed erogando il premio anche se a causa della crisi non si sono mantenuti gli impegni.

Tra le misure trasversali ad ogni produzione, ribadiamo il sostegno all’accesso al credito, coinvolgendo anche le banche di prossimità come le BCC.

E’ inoltre improrogabile una moratoria che impedisca alle aziende l’incaglio della morsa bancaria.

Infine il Parlamento Europeo che fra un mese si rinnoverà, ha il dovere morale di armonizzare le misure ambientali attraverso una sostenibilità che sia anche economica e sociale.

Riassumendo proponiamo:

1. Zona Rossa

2. Credito

3. Siccità

4. Applicazione elastica della PAC

5. sostenibilità integrata

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