Etna, una nuova vita per la Casa della Capinera

Il punto base per le escursioni n. 20 si trova in territorio del Comune di Trecastagni. Lì, dopo un bando dell’Ente Parco dell’Etna, il Consorzio di cooperative sociali Il Nodo, l’impresa sociale Sustanza e l’associazione di promozione sociale Chiaria hanno avviato un nuovo progetto di gestione, partito proprio nella giornata di ieri

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CATANIA – Le linee tagliafuoco, realizzate dai ragazzi migranti, sono quasi terminate. E le cucine devono solo essere messe in funzione. Il futuro di Casa della Capinera, base per le escursioni nel Parco dell’Etna, è cominciato ieri, domenica 12 maggio 2024, quando si è svolta l’inaugurazione del punto di ristoro; grazie ad una festa aperta a tutta la cittadinanza.

L’evento prende il titolo di “Le tre storie della Capinera – Una giornata per raccontarci”. E’ stato l’occasione per il Consorzio di cooperative sociali Il Nodo, l’impresa sociale Sustanza e l’associazione di promozione sociale Chiaria per presentarsi tutte insieme alla collettività.

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Da luglio 2023, infatti, Il NodoSustanza Chiaria hanno in gestione il punto base per l’escursionismo sull’Etna n. 20, meglio noto come Casa della Capinera. Un fabbricato rurale, ristrutturato e completato dall’Ente Parco dell’Etna, circondato da quattro ettari di bosco a 905 metri sul livello del mare, nel versante Sud-Est del Vulcano.

Nei mesi che sono trascorsi, sono cominciate le attività. Tre minori stranieri non accompagnati e un maggiorenne ospiti della rete SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) hanno lavorato, insieme a un dottore forestale, alla realizzazione delle linee tagliafuoco nei terreni di competenza di Casa della Capinera. Si sono impegnati, cioè, a ripulire il bosco da tutti gli elementi che possano facilitare la propagazione di incendi nell’area etnea.

L’associazione Chiaria, dal canto suo, ha dato vita alla struttura con la biblioteca nel bosco, le escursioni, la meditazione e le sperimentazioni sulla sicurezza in ambiente naturale. Sustanza, infine, partirà domenica con l’apertura al pubblico del punto di ristoro, grazie al quale gli escursionisti avranno a disposizione una cucina basata su prodotti stagionali, biologici e a chilometro zero.

Casa della Capinera, che ricade nel territorio del Comune di Trecastagni (provincia di Catania), rappresenta un esempio concreto di gestione ecosostenibile di un punto base sull’Etna. Tra le strutture di questo genere, la Capinera è tra le più suggestive. Si chiama così perché è probabilmente la casetta descritta dallo scrittore Giovanni Verga nel romanzo “Storia di una Capinera”. La giovane Maria, protagonista del libro, deve trasferirsi in una casetta sul monte Ilice per sfuggire all’epidemia di colera che colpì Catania nel 1854. La casetta descritta è probabilmente questo immobile.

Il Consorzio di cooperative Il Nodo, l’impresa sociale Sustanza e l’associazione di promozione sociale Chiaria gestiranno Casa della Capinera per i prossimi nove anni, rinnovabili per altri nove. Nella giornata di ieri, giorno dell’inaugurazione del progetto di ristorazione, sono state organizzate una serie di attività destinate a ogni categoria di pubblico: i bambini e le bambine, i più giovani e gli adulti.

La giornata è cominciata alle ore 10, con il benvenuto da parte delle associazioni gestrici del punto base. Alle 11 hanno preso il via i giochi campestri, alle 12.30 è stato offerto un rinfresco e alle 15 è iniziata una passeggiata nel bosco della Capinera, con fiabe e racconti destinati ai più piccoli.

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