CNA, Confartigianato, Casartigiani e Claai registrano con sorpresa la volontà, espressa in un comunicato sindacale unitario da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, di interrompere le trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro artigiano Area Tessile Moda, Calzaturiero, Occhialeria, Chimica Ceramica, Pulitintolavanderia e delle aziende artigiane dei settori della Chimica, Gomma, Plastica, Vetro e Ceramica.
Si tratta di un importante comparto di Area che riguarda circa 25mila imprese e 150mila lavoratori.
L’iniziativa del sindacato giunge, peraltro, nella fase finale di un negoziato dove le Rappresentanze delle imprese artigiane avevano, con grande senso di responsabilità, fatto alle controparti un’importante offerta economica per l’adeguamento delle retribuzioni dei lavoratori artigiani in linea con gli indici economici legati all’inflazione e all’andamento dei settori interessati, come previsto dalle vigenti regole interconfederali in materia di modello contrattuale sottoscritte con Cgil, Cisl, Uil.
Questo nonostante lo stato di crisi in cui i settori versano, e che recentemente è stato riconosciuto anche dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’apertura di un tavolo di confronto politico, nell’ambito del quale è stato evidenziato come la situazione attuale sia, in particolare per il comparto Tessile Moda, molto critica a causa del calo degli ordinativi, della produzione e degli utili, che sta determinando, tra l’altro, un sempre più massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali.
Si è trattato di una interruzione ingiustificata del negoziato rispetto alla quale le nostre Confederazioni auspicano una rapida ripresa del confronto per ricomporre la vertenza e avviare, nel segno dell’equilibrio, una nuova stagione per il rilancio dei settori interessati che rappresentano comparti strategici per il Made in Italy e l’economia del nostro Paese.