«Quest’anno, la celebrazione nazionale del Primo Maggio sarà ulteriormente densa di significato, perché assieme alla tradizionale ricorrenza, sarà ribadito il percorso che ci ha portati alla mobilitazione e a chiedere, sempre con più determinazione, al Governo di rafforzare il dialogo con le Confederazioni Sindacali per proseguire uniti in una battaglia comune affinché si metta la parola fine a questa tragica e inarrestabile scia di sangue, provocata dagli incidenti sui luoghi di lavoro, perché di lavoro si deve vivere e non morire. Inoltre, con corresponsabilità sociale, poter affrontare tutte le sfide da cui dipendono la crescita e il futuro dell’intero Paese».
Così esordisce Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, per evidenziare il valore della ricorrenza del Primo Maggio, che si celebra oggi.
«Ma ciò che ci preoccupa particolarmente, in previsione di una data simbolo della lotta per il diritto al lavoro e diritti dei lavoratori – sottolinea – è quanto accaduto nelle varie piazze, anche catanesi, in occasione delle manifestazioni per il 25 Aprile, festa della Liberazione. Eventi che hanno fatto emergere un clima di contrapposizione ideologica, tra opposti schieramenti che nulla hanno a che vedere con la portata universalistica e democratica che dovrebbe avere la Festa della Liberazione. Un clima che non ci piace e che ci preoccupa».
«La festa del 25 Aprile, è bene sottolinearlo sempre – ribadisce Attanasio – è festa per la liberazione dal fascismo, per la libertà e per la democrazia del Paese. Una ricorrenza che non appartiene solo a una parte, sia essa politica o sindacale, ma a tutti gli italiani, di qualsiasi estrazione ideologica, partitica e sociale che credono e si battono per la democrazia e per la libertà e non vogliono che sia soffocata dall’intolleranza o dai totalitaristi».
Secondo il segretario della Cisl catanese «le ricorrenze del 1 Maggio e del 25 Aprile sono fortemente legate e animate da indiscutibili principi e ideali nobili, come: la libertà, il lavoro e la democrazia. Tutta la Cisl è saldamente legata a profonde e remote radici antifasciste, e rifiuta ogni forma di totalitarismo e si batte, quotidianamente, per il rispetto dei diritti, la dignità e la libertà delle persone».
«Una festa che invece abbiamo visto, ancora una volta e anche a Catania – ricorda Attanasio – diventare occasione per dividere più che unire, con bandiere bruciate e tafferugli nei cortei. Non è uno striscione né la presenza o la posizione in un corteo che permette di fregiarsi dell’appellativo di antifascista e per sventolare il vessillo di una nazione libera, aperta e repubblicana com’ è oggi l’Italia».
«Uno spettacolo sconsolante, che preoccupa e che deve interrogarci e richiamare tutti a responsabilità, a rispettare il pluralismo e il pensiero altrui, come deve interrogarci a chi e a che cosa serve mettere i lavoratori uno contro l’altro. Quando si esasperano gli animi diventa alquanto difficile controllarli. Non vorremmo mai più rivedere quell’escalation di scontri che scossero il Paese, tra parti contrapposte, che contribuì al quel periodo di grave instabilità politica e sociale, che sfociò negli anni di piombo».
«Ci appelliamo dunque a tutte le parti responsabili che intendono celebrare il Primo Maggio – conclude il numero uno della Cisl etnea – perché sia la festa di tutto il mondo del lavoro, per promuovere la solidarietà tra i lavoratori e per riaffermare i loro diritti e le loro rivendicazioni. Non permettiamo infiltrazioni o manovre che mettano i lavoratori, o gli stessi cittadini, uno contro l’altro, e non facciamone un confronto tra fazioni».