Il 27 aprile 1924 nasceva a San Cono Totò Rindone. Sin da quando aveva 20 anni Totò dedicò la sua vita a sostegno delle lotte per migliorare le condizioni economiche e sociali dei sanconesi. Allora, il nostro paese era uno dei più poveri d’Italia: non c’era luce, non c’era acqua corrente, non c’erano fognature, non c’erano strade, tanta immondizia agli angoli delle case, tante mosche, insetti e zanzare, non c’erano scuole e la mortalità infantile era spaventosa. Uno dei posti di cui allora si diceva “unni persi i scarpi u signuri”. La maggioranza dei sanconesi di allora viveva quindi in condizioni di estrema povertà e il lavoro nei feudi era malpagato, estremamente pesante, senza alcuna garanzia di contratto, né contributi.
Ma in questa terribile realtà covava da sempre l’anelito per l’emancipazione che però sino ad allora si traduceva solo in continua emigrazione e disperazione. Grazie a tanti compaesani, e a Totò che seppe riunirli, le lotte contadine riuscirono a resistere alla repressione feroce e a conquistare dei miglioramenti.
Totò fu sindaco e più volte deputato regionale e nazionale e anche senatore. Con grande modestia disse: “La mia esperienza non ha niente di particolare; nella storia del movimento contadino fatta di decine di migliaia di contadini, braccianti e lavoratori, fra i tanti c’ero anch’io”.
Totò era come il Salvatore Carnevale della poesia di Ignazio Buttitta:
“Ancilu era e nun avia ali, nun era santu e miraculi facìa, … era l’amuri lu so’ capitali e ‘sta ricchizza a tutti la spartiva … ‘ncuntrava la morti e ci ridìa ca videva li frati cunnannati sutta li pedi di la tirannia, li carni di travagghiu macinati supra lu cippu a farinni tumìa, e suppurtari nun putìa l’abbusu di lu baruni e di lu mafiusu”.
Ricordando il più grande e meritevole nostro compaesano che tanto contribuì all’emancipazione con il sostegno dei lavoratori e dei compagni comunisti, dobbiamo rinnovare impegno per questo obiettivo. Ancora oggi tanti sono i compaesani costretti a emigrare e ancora oggi il nostro paese è afflitto dal grave problema della mortalità dovuta alle contaminazioni tossiche dei veleni usati soprattutto nell’agricoltura. Inoltre, l’attuale governo di destra sta aggravando la situazione di tutto il Sud Italia a favore dei ricchi del Nord. La lotta di Totò non è finita, continua.