Catania, 18 aprile 2024 – Settecento nuovi posti di lavoro entro il 2027 nel sito StMicroelectronics di Catania; il progetto del bacino da 130 mila tonnellate per la Fincantieri di Palermo; un impianto per idrogeno verde nel distretto industriale di Priolo-Augusta; la riqualificazione dell’area industriale di Termini imerese. Il futuro per la metalmeccanica siciliana offre prospettive di sviluppo, crescita e occupazione. Non mancano le incertezze per la riconversione degli impianti di Priolo e di Gela o il declino preoccupante per la cantieristica navale di Messina.
Un’analisi tra luci e ombre, quella condotta da Pietro Nicastro, segretario generale della Fim Cisl siciliana, per il consiglio generale del sindacato riunito a Catania, alla presenza del neo segretario generale nazionale Ferdinando Uliano. Con loro anche Paolo Sanzaro, segretario regionale Cisl, e Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese.
«L’industria siciliana non si limita all’agricoltura, all’edilizia e al turismo – precisa Nicastro – ma ha un immenso potenziale in grandi settori, dalle tecnologie digitali all’automotive, dall’artigianato all’industria IT. Per fortuna, esistono ancora realtà economiche come STM, Leonardo, Fincantieri e poche altre, che soddisfano pienamente i requisiti della “Smart Specialization Strategy”. C’è però ancora molto da fare e occorrono politiche adeguate per un settore da sviluppare»
Nel particolare, Catania diventerà città capofila della produzione di microchip in Europa grazie al nuovo materiale, il Carburo di Silicio. La Commissione Europea ha dato sostegno al progetto di 730 milioni di euro, con una sovvenzione di 292,5 milioni di euro ai sensi delle norme UE sugli aiuti di stato.
«Il sito di Catania – aggiunge Nicastro – è stato anche selezionato dalla Commissione Europea come una delle quattro linee pilota per la produzione di semiconduttori nell’ambito dell’European Chips Act. Il progetto prevede un finanziamento di oltre 200 milioni di euro per l’impianto siciliano».
«A Palermo, il progetto del nuovo bacino, assieme agli investimenti di Fincantieri, darà al cantiere navale una marcia in più nella competitività. La posizione strategica nel Mediterraneo e il possedere uno dei più grandi bacini di carenaggio d’Europa sono fattori di importanza cruciale che devono essere sfruttati al massimo.
Tra Catania e Siracusa, un nuovo progetto darà vita a un’energia verde e pulita: Axpo e l’investitore energetico francese Enego hanno firmato un accordo per un impianto di idrogeno verde da 100 MW, con la possibilità di espandersi fino a 300 MW sulla base della domanda. Il distretto industriale di Priolo-Augusta ospiterà l’hub dell’idrogeno, contribuendo alla creazione di una ‘hydrogen valley’».
«Ma – avverte Nicastro – dobbiamo affrontare il problema della fuga delle competenze dal Sud: occorre una politica di sistema seria e condividiamo obiettivi e ideali tra le imprese, i sindacati e le istituzioni. Il contrasto va fatto mantenendo e allettando lavoratori altamente qualificati che possano alimentare innovazione, upgrading e internazionalizzazione. Solo così potremo creare posti di lavoro di qualità, dignitosi e a maggiore retribuzione».
«La situazione della Sicilia non è semplice – fa eco Uliano – abbiamo alcune eccellenze, ma rappresentano comunque presenze minime. Bisogna attuare politiche di sviluppo molto più significative e dovremmo tentare di utilizzare la potenzialità enorme che ha StM visto che ha un settore in forte espansione per creare condizioni di sviluppo ulteriore dentro la dinamica dei metalmeccanici».
Non aiuta certo la situazione logistica. «A Catania – afferma Attanasio – sono rappresentate importanti multinazionali, insediamenti altamente tecnologici e imprese del settore agroalimentare e farmaceutico e altri che hanno investito in un’area che non risponde alle loro esigenze, soprattutto in termini logistici, e ha bisogno di una seria riqualificazione, tenuto conto che fa parte della Zona economica speciale, per la quale la Cisl si è battuta in prima linea».
All’ordine del giorno anche i temi della sicurezza e del rinnovo del contratto nazionale. «Siamo in fase di presentazione della piattaforma – spiega Uliano – avremo un incontro tra 15 giorni e poi andremo alla firma di un contratto che riguarda un milione e mezzo di lavoratori. Abbiamo già ottenuto risultati concreti nell’ultimo rinnovo, chiediamo 280 euro per i prossimi tre anni.
Per quanto riguarda la sicurezza, va bene lo sciopero quando si deve denunciare un fatto grave, ma poi devono seguire azioni concrete di partecipazione dei lavoratori e dei rappresentanti della sicurezza, perché attraverso la partecipazione possiamo determinare il cambiamento, come è successo per la pandemia».