Europarlamentari… si nasce o si diventa? Al via la corsa per gli "euroscranni" da 21mila al mese – Così è (se vi pare) #9

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Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (se vi pare)”.

Poiché siamo già quasi in clima elettorale questa sera vi parlerò di quello che è il trattamento dei parlamentari europei. E questo non lo faccio per trasmettere un messaggio di antipolitica o di qualunquismo, ma solo perché anche questo sia un elemento sui cui gli elettori e le elettrici possano riflettere.

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Non so se lo sapete ma la corsa per conquistare uno dei 724 “euroscranni” può costare agli aspiranti candidati fino a 200.000 euro.

Si, tanto occorre spendere per fare diverse attività, come: spostarsi da una città all’altra della circoscrizione e incontrare i potenziali elettori, affittare i locali dei comitati elettorali, pagare i galoppini, allestire la comunicazione sui social, creare gli spot da trasmettere su radio e Tv, mettere i faccioni – che cominciano già a vedersi sui cartelloni pubblicitari -, pagare cene e banchetti ai propri sostenitori.

Solo i capi partito, i leader, quella gente cioè che si vede spesso nei talkshow televisivi, non spendono nulla, perché tutte le spese che fanno sono rimborsate per intero dai loro partiti.

Tutti gli altri, se vogliono partecipare alla gara per aggiudicarsi una poltrona all’Europarlamento, debbono investire soldi propri; e se non li hanno debbono indebitarsi o cercarsi uno sponsor, che può essere un grande imprenditore o un’associazione, insomma qualcuno che investa per trarne dopo magari un profitto.

Poiché molti degli aspiranti candidati o sono particolarmente taccagni o non dispongono di tale somma (e farebbero anche fatica ad ottenere un prestito da una banca, perché non hanno sufficienti garanzie), molti si chiedono perché in tanti litigano, sgomitano, fanno a gara per genuflettersi davanti ai potenti e si vendono financo la coscienza per ottenere un posto nella lista del partito X o del Partito Y?

Considerato, tra l’altro, che l’elezione non è assolutamente scontata, specialmente con il sistema delle preferenze e se non si hanno soldi e amici influenti.

Certamente qualcuno di questa moltitudine di aspiranti lo fa per passione politica, per spirito di servizio, perché pensa di avere una visione, un progetto per il futuro dell’Europa.

Tanti altri, invece lo fanno perché se vincono al gioco di questa particolare roulette portano a casa oltre 20.000 euro al mese (benefit compresi). Quasi 3 milioni in cinque anni, visto che non c’è il rischio dello scioglimento anticipato del Parlamento europeo.

Si perché il deputato europeo prende esattamente:
*  7.850 euro di stipendio (10 mila lordi con aliquota agevolata),
* più 4.950 euro per le spese generali,
* più un’indennità di presenza che ammonta a 5.250 euro

E al totale di queste tre voci, che ammonta a 18.050 euro, si aggiungono anche tanti altri benefit – approfonditi nel video di questa sera –  come i “fondi 400”, i rimborsi spesi per i viaggi e per la palestra, un budget per assumere i propri assistenti ed invitare i propri amici a visitare Bruxelles o Strasburgo.

Inoltre, dopo aver fatto il quadro completo di questi aspetti economici, ecco che una domanda sorgerà spontanea: “a fronte di tutti questi costi per ‘mantenere’ i parlamentari europei, il lavoro che si sta facendo è davvero sufficiente, anche soltanto in termini di fiducia investita?”.

Per tutti questi spunti di riflessione, e tanti altri ancora, non ci resta che darvi appuntamento a questa sera alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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